Musica ad alto volume nei locali di Andria: il Comune annulla le multe

Alla fine sembrerebbe che nel “contenzioso” tra commercianti e Comune di Andria l’abbiano spuntata i primi. Motivo del contendere, la musica nei locali non sempre a norma da cui sarebbero scaturite decine e decine di sanzioni. E’ notizia di questi giorni la decisione da parte del Comune di annullare le multe in autotutela.

Puntuale la soddisfazione del presidente di “Unibat”, Savino Montaruli, paladino della protesta contro le sanzioni agli esercizi pubblici. Lo aveva detto chiaramente durante il dibattito televisivo con la sindaca di Andria Giovanna Bruno, si legge in un comunicato dell’Unionecommercio-Imprese per la città-Unibat, il sindacalista Savino Montaruli che ha sempre sostenuto non solo il carattere vessatorio della disposizione sulle emissioni musicali nei locali pubblici ma addirittura inapplicabile. Ad avere ragione, anche questa volta, è stato proprio lo stesso attivista sociale che aggiunge: «Alla lettura dell’art. 28 (Disturbo della quiete e del riposo) del Regolamento di Polizia e Sicurezza Urbana della città di Andria si evince chiaramente che è stato scritto con i piedi e la cosa peggiore è che nessuno se ne sia accorto, nemmeno i privilegiati che con l’ex commissario straordinario lo avrebbero addirittura condiviso e discusso. Infatti tale articolo recita: “È sempre vietato l’uso di amplificatori sonori collocati all’esterno degli edifici ovvero collocati all’interno di fabbricati in cui le porte, le finestre o le vetrine siano prive di serramenti e/o i serramenti siano spalancati e gli amplificatori orientati verso l’esterno nonché nei dehors degli esercizi pubblici”. Chiunque abbia una minima confidenza con apparecchi elettronici – prosegue Montaruli – capisce immediatamente l’uso improprio del termine “amplificatori”. Infatti non bisogna certo essere eccelsi avvocati o giuristi prestati alla politica per capire che la musica viene diffusa attraverso gli altoparlanti e non già dagli amplificatori che evidentemente hanno funzione completamente diversa e non diffondono musica. Quindi parlare di “divieto di orientare gli amplificatori verso l’esterno” significa far ridere i polli e far annullare i verbali in autotutela. Una cricca di distratti o di asserviti che evidentemente non hanno neppure avuto la capacità di leggere tre righe e di contestare quel provvedimento. Resta il fatto che, da quanto apprendiamo pubblicamente sugli organi di stampa, quei verbali elevati in violazione della disposizione regolamentare, sarebbero stati annullati dallo stesso comune di Andria in autotutela, proprio come da noi richiesto. Cosa significa? Che il Comune e presumiamo lo stesso Ufficio e Settore che li abbia elevati riconosce che quei verbali da 500 euro a botta non andavano fatti».

«Cosa gravissima – prosegue Montaruli – sulla quale vanno immediatamente ricercate le dirette responsabilità, altrimenti significherebbe avallare ulteriormente la mia tesi secondo la quale sia in atto una campagna denigratoria dei pubblici esercenti, bar, ristoranti, pub, pizzerie, tavole calde ed esercizi similari di Andria con azioni temerarie che non tolleriamo assolutamente. E se di fronte a tutto questo il Consiglio comunale addirittura si esprime contro l’urgenza delle modifiche di quel Regolamento allora significa che Andria è (ri)caduta nelle mani di strumentalizzatori e di orchestrali senza spartito. A coloro che, invece, solo ora, dopo anni dall’approvazione di quel Regolamento farlocco chiedono la modifica urgente dello stesso, mentre noi lo abbiamo chiesto da subito contestandolo, farebbero bene a smetterla di fare da zerbini a politichetti di circostanza e ad un’amministrazione comunale inetta e senza coraggio – incalza e conclude l’attivista Montaruli – di assumere le seppur minime e modeste decisioni per migliorare la condizione di una città e di una comunità portata in brevissimo tempo allo sbando generale, al limite dell’anarchia sociale».

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