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Moria di cozze a Taranto: oltre settemila tonnellate rovinate dal gran caldo, persi cinque milioni di euro

La grave moria dei mitili in Mar Piccolo, che ha portato alla perdita della metà del raccolto con un danno da 5 milioni di euro è sbarcata in commissione regionale. «Sono andate in fumo circa 7mila tonnellate di prodotto allevato», hanno spiegato i rappresentanti di sindacati e delle associazioni della categoria (Agci Agrital, Unci, Confcooperative,…

La grave moria dei mitili in Mar Piccolo, che ha portato alla perdita della metà del raccolto con un danno da 5 milioni di euro è sbarcata in commissione regionale. «Sono andate in fumo circa 7mila tonnellate di prodotto allevato», hanno spiegato i rappresentanti di sindacati e delle associazioni della categoria (Agci Agrital, Unci, Confcooperative, Legacoop Agroalimentare, Fai-Cisl, Flai-Cgil e Uila Pesca) ai consiglieri regionali.

«La complessità del problema impone un’analisi da fare con un approccio multidisciplinare perché si possa guardare alle cause e quindi immaginare delle soluzioni che però siano strutturali, per evitare di qui a qualche anno di ritrovarsi in una nuova condizione di emergenza».

A tutti ormai appare chiara la centralità delle bonifiche del Mar Piccolo, la cui salubrità è stata compromessa soprattutto dall’attività posta in essere negli anni dall’arsenale e dalla cantieristica navale. «Oggi che è in scadenza il mandato conferito al prefetto Martino con riferimento appunto alle bonifiche, auspichiamo che questa attività venga affidata ad una figura tecnica in grado di comprendere come agire con efficacia e tempestività».

L’ordinanza regionale che vieta per motivi di inquinamento l’utilizzo del primo seno durante la fase di maturazione del prodotto ittico, ovviamente causa un peggioramento della situazione. L’ambiente marino del primo seno del Mar Piccolo infatti, dal momento che è più idrodinamico, presenta temperature più basse rispetto al secondo seno, ma non è utilizzabile. Per questo la moria dei mitili per l’eccessivo caldo è aumentata da quando è in vigore questa ordinanza regionale, che gli operatori chiedono di modificare non appena ci saranno le condizioni per farlo.

C’è già una ricerca del Cnr-Irsa sulla possibilità di decontaminare i mitili allevati in Mar Piccolo, mediante la loro permanenza per un periodo di 30/45 giorni circa di stabulazione nelle acque del Mar Grande. «In attesa della bonifica di Mar Piccolo, proponiamo di mettere in sicurezza la produzione dei prossimi anni, individuando aree in Mar Grande, nella zona Sud della Scogliera della Tarantola, ove le acque sono più profonde e le correnti marine le rendono più fresche e quindi idonee ad ospitare i mitili», propongono i mitilicoltori che in commissione regionale hanno inoltre evidenziato che le risorse stanziate a sostegno delle imprese di settore in crisi, circa 300mila euro, sono insufficienti a far fronte alla difficilissima situazione.

«Ora attendiamo fiduciosi che si possa insieme individuare una strada per soluzioni tampone immediate, ma che si lavori soprattutto in termini di programmazione di interventi mirati alla soluzione definitiva e alla riconsegna del Mar Piccolo alle sue piene funzionalità, quindi agli operatori del settore come a tutta la comunità». L’assessore al ramo, Donato Pentassuglia, si è impegnato ad intervenire sulle bonifiche, portando la questione all’attenzione del Consiglio regionale. In merito ai fondi, ha promesso un impegno per la programmazione del prossimo anno, perché siano superate le criticità del bando segnalate.

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