Monteiasi, l’appello dei dipendenti Hiab: «Trecento posti in bilico»

I lavoratori della Hiab, azienda di movimentazione che minaccia di chiudere la sua struttura di Statte, si sono riuniti ieri in assemblea con rappresentanti di sigle sindacali e dei partiti Pd, Pci, Psi, per discutere della difesa dei posti di lavoro messi in discussione. All’incontro c’erano anche il deputato Pd Ubaldo Pagano e il consigliere del presidente Emiliano, Mino Borraccino.

Il caso

«Si tratta di una vertenza assurda – dice Borraccino – con un’azienda che tra lavoratori diretti e indiretti ha 300 dipendenti e ha deciso unilateralmente di chiudere ignorando le offerte fatte dalla task force regionale di Leo Caroli che era pronta a contribuire con diversi incentivi per far continuare la produzione. Pare che si vada nella direzione del licenziamento collettivo – conclude Borraccino – ma così si perde anche la possibilità di utilizzare la cassa integrazione. Siamo ad un bivio. All’interrogazione del deputato Ubaldo Pagano, seguirà la richiesta di un consiglio provinciale monotematico sul caso, che porteremo anche in Consiglio regionale».

Il confronto

All’incontro erano presenti anche diversi consiglieri comunali di Statte, Crispiano e Monteiasi, preoccupati che i lavoratori e le lavoratrici restino per strada a causa della crisi aziendale in atto. La situazione degli oltre cento dipendenti diretti della Hiab è drammatica e si avverte l’urgenza di un intervento istituzionale per scongiurare conseguenze irreparabili. I rappresentanti sindacali e politici intervenuti all’assemblea hanno ribadito la necessità di aprire senza indugio un tavolo di confronto anche col ministero dello Sviluppo Economico, affinché si possa avviare una trattativa concreta per salvaguardare l’occupazione e garantire un futuro ai lavoratori coinvolti. «Chiediamo a tutte le forze politiche e ai parlamentari del territorio di aiutarci per evitare che questa ennesima crisi si trasformi in una tragedia sociale e occupazionale per il territorio», l’appello dei lavoratori.

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