Una famiglia minacciata e aggredita «per aver esercitato un diritto fondativo di questa terra, il passaggio per il mare, in un posto dove generazioni di monopolitani lo hanno fatto per 40 anni». Nel giro di poche ore diventa virale, e urla giustizia, lo sfogo social di Giuseppe Di Caterino. Sulla sua pagina Facebook denuncia la pessima esperienza, vissuta in una ordinaria domenica di mare con la sua famiglia e si riserva di presentare denuncia formale contro chi lo ha minacciato e ha spaventato due bambini di 5 e 12 anni.
La cronaca
Giuseppe, la sua compagna e i due bambini, accaldati dopo una giornata su una spiaggia libera di Capitolo, consumano bevande e altri generi di consumo nel bar del vicino ed esclusivo lido, dove una postazione in prima fila costa 90 euro, 70 a seguire. «Mi sono accorto che ci guardavano male, ma non ho dato peso».
L’aggressione
Prosegue il racconto: «C’era un cartello della Regione Puglia che regola il passaggio libero, l’accesso pubblico – spiega – l’auto era vicina all’uscita del lido e lo abbiamo attraversato per uscire». È lì che interviene un uomo sui 45 anni, «lo hanno identificato per il gestore di quest’anno – spiega ancora – Mi si è avvicinato con aggressività, mi ha detto “Non è da qui l’uscita”, io ho detto ai bambini “Andiamo”, e lui si è messo faccia a faccia. Mentre i bambini erano terrorizzati, la più piccola piangeva, mi ha stretto in un angolo e ha chiamato un bodyguard. Gli ha chiesto: “È lui che voleva entrare stamattina?”. E, nonostante la risposta fosse negativa, ha continuato a minacciarmi dicendo in dialetto: “Questa è casa mia, come ti permetti? Tu non sai chi sono io”».
L’aiuto dei bagnanti
«Sono arrivati altri ospiti del lido, gli hanno detto di lasciarmi stare, io e la mia famiglia ci siamo allontanati, ma poco distante ho trovato una pattuglia della polizia, un posto di blocco per il G7 e ho raccontato cosa mi era successo». In breve tempo, tre auto della polizia hanno fatto visita al gestore della spiaggia. «Mi hanno chiesto di raggiungerli per l’identificazione, ma non intendevo mettere a rischio la mia famiglia».
L’amara considerazione
«La verità è che stiamo diventando un fastidio rispetto a quei turisti che per stare in quel lido, hanno speso tra i 70 e i 90 euro. Una metastasi da rimuovere – commenta Giuseppe – per non disturbare la messinscena di posto esclusivo, senza il disturbo di famiglie e delle loro sacche coi panini e giochi.
Se davvero siamo la nuova Sardegna, a noi persone normali spetta il ruolo dei pastori. Ma a me non ne frega nulla. E quindi continuerò a passare perché così dice la legge, oltreché il buon senso. E a chiamare a ogni sopruso (ma speriamo di no) l’intervento delle forze dell’ordine».