Il mare delle Tremiti fa bene, anche ai molluschi. È una certezza in più dopo il ritrovamento, nell’area marina protetta, istituita nel 1989, di un esemplare di Pinna rudis, comunemente chiamata Nacchera spinosa e simile alla Pinna nobilis, che da qualche anno erano completamente scomparse, a causa di una epidemia che ne ha causato la moria in tutto il Mediterraneo.
Il ritrovamento è stato censito dai biologi marini del Laboratorio del Ma.Re. -società di servizi tremitese impegnata in attività e in progetti, dedicati al monitoraggio di ecosistemi marini e terrestri – che ha annunciato l’avvio di un nuovo progetto di monitoraggio sul Pinna Rudis, che sarà condotto da biologi marini e chimici del Laboratorio (tra questi: Simone Berardone e Veronica Marchesi dell’Univpm ed Elisa Santoni dell’Unicam).
A riguardo del ritrovamento, dal Laboratorio precisano: «Un’epidemia che dal 2016 si è estesa dalla costa meridionale della Spagna, per poi colpire Francia, Corsica, Sardegna e tutto l’arco del Tirreno, fino alle coste della Tunisia per arrivare poi nel 2018 nel Mare Adriatico, aveva portato alla completa estinzione delle Pinne nobilis e Pinna rudis nei nostri mari e purtroppo anche nel mare delle Isole Tremiti». Ma questo fino al 21 Agosto scorso, quando durante delle attività subacquee è stato individuato un esemplare di Pinna rudis vivo, in buono stato di salute e reattivo al tocco.
Ancora una volta, il mare delle Isole Tremiti si dimostra uno straordinario laboratorio naturale, ancora una volta il mare delle Isole Tremiti ci concede la possibilità di capire il valore della sua Area Marina Protetta. Un valore che il Laboratorio del Mare conosce e studia da tanto tempo «ma che non trova, nelParco del Gargano e nella direzione dell’Area protetta le giuste e corrette attenzioni».