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Migranti, spese da record nel Cpr di Brindisi. A Bari è boom di mancati rimpatri

«Un modello di disumanità, da chiudere», è così che il report “Trattenuti 2024”, fatto dall'associazione Action Aid e dal Dipartimento di Scienze Politiche dell'Università di Bari, definisce i Centri di permanenza per il rimpatrio (in sigla Cpr) in Italia. Numeri che raccontano un sistema che appare fuori controllo e spesso gestito da società implicate in…

«Un modello di disumanità, da chiudere», è così che il report “Trattenuti 2024”, fatto dall’associazione Action Aid e dal Dipartimento di Scienze Politiche dell’Università di Bari, definisce i Centri di permanenza per il rimpatrio (in sigla Cpr) in Italia. Numeri che raccontano un sistema che appare fuori controllo e spesso gestito da società implicate in inchieste giudiziarie, ma che neanche davanti a questo si fermano e partecipano comunque alle gare.

A Brindisi il Cpr più caro

In totale si tratta di un sistema costato 39 milioni di euro solo nel biennio 2022-2023 che ha nel nostro Paese un costo annuo medio di un posto che raggiunge quasi i 29 mila euro mentre la spesa media annua di una struttura detentiva sale fino a un milione e 760mila euro. Nel dettaglio i casi pugliesi sono eclatanti. Il centro più caro in Italia sarebbe il Cpr di Brindisi, capienza effettiva 14 posti, dove il costo medio di un posto può superare i 71.500 euro all’anno. Costi sottostimati, perché nel calcolo non sono considerate le ‘gli elementi accessori’. Spese dunque fuori controllo. Per fare solo un esempio il Cpr di Brindisi ha registrato una media di 33 presenze giornaliere e di 241 ingressi annuali, ma solo 91 nel 2023. A Brindisi entrano molti detenuti: la percentuale di ingressi dal carcere (31,8%) è più alta rispetto della media nazionale. Un fatto è certo: «Le persone in uscita dalle carceri sono più difficili da espellere e, di conseguenza, restano trattenuti più a lungo», spiega Giuseppe Campesi dell’Università di Bari. A Brindisi si resta di più perchè il tempo di permanenza medio è di 52 giorni (il doppio del dato nazionale) e l’incidenza dei rimpatri pari al 49%, ma nel 20 per cento dei casi si esce per decorrenza termini. «Il Cpr di Brindisi di fatto funziona come una propaggine del carcere», scrive Action Aid. Saranno le alte mura, ma è proprio così. Action Aid parla pure di gestori che si allineano con i concorrenti per le gare, perchè spesso fuori controllo delle stesse magistrature e i nomi sono sempre gli stessi.

Il caso Bari

A Bari nel Cpr c’è un altro elemento che salta all’occhio, ovvero si registra la più bassa percentuale di rimpatri (38,2%), più bassa di oltre nove punti percentuali della media nazionale del periodo e nel 2023 raggiunge solo il 16%. Più alta invece la percentuale di uscite per provvedimento dell’autorità giudiziaria, che rappresentano il 30% degli ingressi tra 2018 e 2023 e ben il 37% nell’ultimo anno. Per Action Aid non si può far altro che chiudere, si immagini che accadrà in Albania.

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