«Esistono meccanismi alternativi per gestire i flussi migratori» e in tal senso un esempio potrebbe arrivare dalla Puglia. Ne è convinto il governatore Michele Emiliano che lo ha raccontanto intervenendo, in videoconferenza, al Festival della Salute, organizzato dal Gruppo Gedi News Network e giunto alla quarta edizione intitolata “Nessuno resti indietro”.
L’iniziativa si svolge a Roma e in streaming dal 12 al 14 ottobre, con più di 60 incontri e 130 ospiti, tra cui medici e scienziati da tutto il mondo, premi Nobel e personalità della società civile e dello sport.
Il presidente Emiliano ha partecipato al talk sul diritto alla salute delle persone migranti intitolato “La salute degli altri è la nostra”.
«In Italia – ha affermato il presidente della Regione Puglia – clandestino è considerato chi è presente sul territorio nazionale senza avere un domicilio, un contratto di lavoro e un po’ di soldi per sopravvivere all’arrivo, avendo messo in regola questi aspetti quando è ancora nel paese di partenza. In questa logica sta la causa del male di tutte le nostre politiche migratorie: quando si rende il viaggio un reato, lo si consegna alle organizzazioni criminali ed è come se lo si trasformasse in una droga o in armi. In questo modo, infatti, il viaggio diventa qualcosa che solo le organizzazioni criminali possono vendere alle persone, che chiedono il viaggio come una merce perché vogliono salvare le loro vite e cambiare il loro destino. La cosa più incredibile è che si è scelto di trasformare il viaggio in un reato proprio in Italia e in Europa, dove invece c’è un bisogno drammatico di persone a causa dello spopolamento», ha concluso.
In Puglia, ha ricordato Emiliano parlando del progetto Su.Pr.Eme, «abbiamo da anni una legge che, miracolosamente, non è mai stata impugnata dal governo italiano, e che ci consente di curare tutte le persone, a prescindere dalla loro condizione giuridica. Con una visione strategica chiara che mi auguro possa riabbracciare al più presto la strategia nazionale italiana e quella europea, la Puglia cura allo stesso modo tutte le persone, con gli stessi diritti e gli stessi standard dei cittadini».