Migranti dall’Albania a Bari, l’avvocato: «Il sistema pone ostacoli contro i ricorsi»

Solo all’ora di pranzo di oggi, a circa 24 ore dall’arrivo al porto di Bari, l’avvocato Gennaro Santoro, il legale di uno dei dodici migranti provenienti dal centro italiano di permanenza per il rimpatrio in Albania, è riuscito a parlare con il suo assistito che si trova nel Centro di accoglienza per richiedenti asilo (Cara) di Bari.

Solo per parlare con il suo assistito, spiega l’avvocato, «ho dovuto fare reclamo ai garanti, inviare numerose pec al ministero dell’Interno, chiedere a parlamentari di intervenire. Continuano a mettere ostacoli a diritti costituzionali – sottolinea – nella speranza di non far presentare ricorso al tribunale contro il diniego dell’asilo politico. Perché sanno che il rigetto della commissione è illegittimo. E temono di perdere anche questa volta. Perché l’intera normativa sulle procedure accelerate è incostituzionale e contraria ai principi dell’Unione europea. Contro la loro propaganda noi abbiamo la Costituzione», conclude l’avvocato.

Stamattina ha fatto visita ai dodici migranti anche Marco Lacarra, deputato barese del Partito democratico, che ha spiegato siano «in buone condizioni. Erano provati dall’esperienza. Ma c’è stato un problema di assistenza legale: loro hanno quattordici giorni per poter presentare il ricorso contro il respingimento della richiesta di asilo, ma non riuscivano a mettersi in contatto con i legali. Non avevano la sim, ma la direttrice è stata collaborativa e gentilmente ha fornito le schede. Il mediatore li ha quindi messi in contatto con gli avvocati. Questo tipo di problemi – aggiunge l’onorevole -, la difficoltà di mettersi in contatto con gli assistiti, mi è stato comunicato anche dagli avvocati. Questo costituisce un vulnus serio rispetto al diritto di difesa legale che loro hanno», conclude.

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