Migranti a Bari, impauriti e sotto shock: «Fateci dire ai nostri parenti che siamo vivi»

Dodici migranti, sette bengalesi e cinque egiziani, sono arrivati a Bari a bordo di una motovedetta della Guardia Costiera dopo essere stati trattenuti in un centro di permanenza per il rimpatrio in Albania. Sbarcati nel primo pomeriggio, i richiedenti asilo si sono presentati “impauriti e sotto chock“, desiderosi soprattutto di contattare i loro familiari per rassicurarli sulle loro condizioni.

I migranti, che hanno trascorso 16 giorni senza notizie dai propri cari, hanno riferito di aver vissuto un’esperienza difficile nel centro di rimpatrio, dove non avevano la possibilità di chiamare a casa. Ora, giunti a Bari, si trovano ad affrontare un nuovo periodo di incertezza.

La loro richiesta di asilo, precedentemente respinta, è stata riaperta grazie ad una recente sentenza del tribunale di Roma che ha messo in discussione la classificazione di Paesi “sicuri” come l’Egitto e il Bangladesh. Tuttavia, il loro futuro rimane appeso a un filo, in attesa della decisione definitiva delle autorità italiane.

Il governo lavora a nuove norme sull’asilo

Intanto, il governo sta lavorando a un nuovo decreto legge che potrebbe modificare le procedure per l’ottenimento della protezione internazionale, con l’obiettivo di accelerare i tempi e di ridurre il numero di richieste accolte. Tra le ipotesi allo studio, c’è quella di conferire maggiori poteri alle commissioni che esaminano le domande di asilo e di rivedere i meccanismi di ricorso.

I migranti, nel frattempo, vivono con ansia l’attesa di una risposta. Temono di dover affrontare un nuovo trasferimento e di essere rispediti nei loro Paesi d’origine. Ma allo stesso tempo, nutrono la speranza di poter costruire un futuro migliore in Italia.

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