Mevoli, l’intervento di Selvaggia Lucarelli e la lettera di un giovane brindisino: «Ecco perché sbaglia»

«Il consigliere comunale di Fratelli d’Italia Cesare Mevoli e le sue perle sui femminicidi commessi da uomini femminilizzati, che non hanno mai partecipato a una scazzottata e con sopracciglia ad ali di gabbiano. Non mancano le donne streghe e grasse, anche». E un’emoticon con l’aeroplanino. A scriverlo è Selvaggia Lucarelli che ha pubblicato una storia su Instagram condividendo uno screen dell’articolo pubblicato stamattina da L’Edicola del Sud.

Non smette di suscitare polemiche, dunque, l’uscita social del consigliere comunale brindisino e i suoi commenti successivi in cui dà la colpa di aggressioni alle donne e femminicidi a presunte “femminilizzazioni”: «Gli uomini che commettono femminicidi di solito non sono virili, hanno lo smalto sulle unghie, sennò le apostroferebbero come poco di buono e le manderebbero a quel paese», ha detto Mevoli a questo giornale.

Ieri, Giornata contro la violenza sulle donne, Emanuele Marino, un ragazzo di Brindisi, ha scritto una lettera indirizzata proprio a Mevoli in cui afferma che il consigliere è «in errore e ci sono svariate prove».

Emanuele evidenzia come il patriarcato esista ancora «altrimenti – scrive – non avremmo al governo chi usa slogan come Dio, Patria, Famiglia. Slogan nel quale si relega la donna a mera genitrice. Anche il concetto di Patria è totalmente sbagliato: non può essere esclusivamente la terra dei padri che hanno di fatto il potere di proprietà sulle cose e sulle donne».

Il ragazzo porta anche alcuni «esempi pratici e reali. Lei è in errore quando afferma che il maschio virile non commette nefandezze. Vi sono molteplici femminicidi commessi da uomini delle forze dell’ordine, non mi sembrano questi poco virili. Così come non mi sembra poco virile quello stupratore seriale di Apache La Russa, né erano poco virili i “bravi ragazzi” della Scuola Cattolica o quei fascisti che stuprarono Franca Rame. Trovo imbarazzante e vergognoso attaccare la sorella della vittima. Tra l’altro, quella felpa non ritrae un simbolo satanico, ma richiama il mondo dello skate, la marca è tra le più ricercate dai giovani».

E proprio a Elena Cecchettin, Emanuele Marino dedica infine un pensiero: «Ha fatto tutto il possibile per salvare la sorella, ha sempre vigilato sulla relazione tossica che l’ha portata alla morte e oggi con le sue parole, con la sua esposizione mediatica, cerca di salvare altre ragazze, altre donne», conclude.

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