Sulla gara d’appalto per la refezione scolastica nel capoluogo, aggiudicata al raggruppamento temporaneo di imprese Solidarietà e Lavoro-Vivenda per soli 37 centesimi di punto su Ladisa Ristorazione, restano molti aspetti da chiarire. Soprattutto i punteggi attribuiti a Solidarietà e Lavoro-Vivenda. Quest’ultima ha ricevuto, ad esempio, otto punti per la fornitura di frutta e verdura a chilometro zero e filiera corta. Ma Greenway, ditta di Triggiano che avrebbe dovuto garantire quei prodotti a Solidarietà e Lavoro-Vivenda, è soltanto grossista e non produttrice. A richiesta esplicita della Ladisa Ristorazione nei confronti della GreenWay, l’azienda ha risposto di non essere produttrice e di non avere superfici agricole condotte con metodo bio, titolo contemplato dal bando di gara. E la circostanza si evince esaminando l’ultimo certificato fornito proprio da Greenway (e rilasciato dall’ente accreditato Icea): al punto 5 del documento contenente le “Attività dell’operatore o del gruppo di operatori”, è specificato come l’operatore in oggetto svolga esclusivamente attività di “preparazione”. Su tutta la questione faranno chiarezza magistratura e Guardia di finanza.
Il nodo sui prodotti
Da chiarire dunque l’esatta origine dei prodotti. Dal canto suo Solidarietà e Lavoro-Vivenda, nella nota di replica sull’istanza di misure monocratiche presentata al Tar da Ladisa Ristorazione, ha depositato «il certificato Bio della GreenWay dal quale si evince la qualifica di produttore». Solidarietà e Lavoro-Vivenda intende proporre agli studenti prodotti biologici a chilometro zero e filiera corta. Perciò ha stipulato, il 26 agosto 2022, un’intesa con la società Greenway con sede a Triggiano. In base all’accordo, Greenway dovrebbe fornire annualmente 13mila chili di carote, 8mila di cipolle sedano porro prezzemolo, 7mila e 500 di pomodori, 10mila di zucca e 2mila di patate, tutti coltivati nel terreno di proprietà della stessa ditta di Triggiano. E qui sorge il problema. Dando un’occhiata alla documentazione conservata presso la Camera di commercio di Bari, Greenway risulta essere un grossista e non un produttore di frutta e ortaggi biologici.
La gara
Inizialmente Solidarietà e Lavoro-Vivenda aveva lamentato di essere stata esclusa dalla prima gara d’appalto a causa del presunto conflitto d’interessi tra Ladisa Ristorazione e la dirigente comunale che aveva nominato sia il responsabile unico del procedimento (rup) sia la commissione giudicatrice. Come chiarito dagli avvocati di Ladisa ristorazione e a differenza di quanto riportato dalla Gazzetta del Mezzogiorno, quotidiano degli editori Miccolis e Albanese, il conflitto d’interessi non sussiste: il rup viene nominato in sede di programmazione degli atti di gara, dunque quando ancora non si conoscono le aziende che parteciperanno. La nomina del rup, così, non è intaccata dal presunto conflitto d’interessi: una circostanza riconosciuta anche dal Tar nella sentenza del 31 luglio scorso con cui Solidarietà e Lavoro-Vivenda è stato escluso dalla prima gara d’appalto.
Le richieste
Per tutte queste motivazioni e irregolarità Ladisa Ristorazione è arrivata a chiedere di sospendere l’affidamento delle mense scolastiche a Solidarietà e Lavoro-Vivenda, in attesa che sulla vicenda si pronunci il Consiglio di Stato il prossimo 7 novembre, proponendosi anche per garantire la continuità del servizio.