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Mense scolastiche a Bari, operazione verità su commissione e anomalie nell’offerta

Si proclama «legittimo aggiudicatario della gara per il servizio di refezione scolastica» e «pronto ad accendere i fornelli il 7 ottobre». Ma c’è qualcosa che non torna nella narrazione dei fatti offerta dal raggruppamento temporaneo di imprese formato da Solidarietà e Lavoro-Vivenda, al quale il Comune di Bari ha affidato le mense delle scuole cittadine…

Si proclama «legittimo aggiudicatario della gara per il servizio di refezione scolastica» e «pronto ad accendere i fornelli il 7 ottobre». Ma c’è qualcosa che non torna nella narrazione dei fatti offerta dal raggruppamento temporaneo di imprese formato da Solidarietà e Lavoro-Vivenda, al quale il Comune di Bari ha affidato le mense delle scuole cittadine escludendo Ladisa Ristorazione.

Nessun conflitto

In una nota diffusa oggi, Solidarietà e Lavoro-Vivenda lamenta di essere stata esclusa dalla prima gara d’appalto a causa del presunto conflitto d’interessi tra Ladisa Ristorazione e la dirigente comunale che aveva nominato sia il responsabile unico del procedimento (rup) sia la commissione giudicatrice. In realtà, le cose stanno diversamente.

In primo luogo, il conflitto d’interessi non sussiste: il rup viene nominato in sede di programmazione degli atti di gara, dunque quando ancora non si conosce le aziende che parteciperanno a quella stessa procedura. Insomma, la nomina del rup non è intaccata dal presunto conflitto d’interessi: una circostanza riconosciuta anche dal Tar nella sentenza del 31 luglio scorso con cui Solidarietà e Lavoro-Vivenda è stato escluso dalla prima gara d’appalto. La dirigente comunale, inoltre, è stata assunta quattro anni fa mentre la sorella lavora in Finlad da 13 anni.

In quel provvedimento, infatti, i giudici hanno ordinato la nomina di una nuova commissione giudicatrice per la valutazione delle offerte presentate dalle aziende in gara. Il Tar, quindi, non ha disposto la nomina di un rup diverso da quello che aveva giudicato più vantaggiosa l’offerta presentata da Ladisa Ristorazione. E qui entra in gioco il Comune che, ignorando la decisione del Tar, ha nominato sia una nuova commissione giudicatrice sia un nuovo rup. Risultato: l’appalto è stato affidato non più a Ladisa Ristorazione ma a Solidarietà e Lavoro-Vivenda, risultato vincitore per soli 37 centesimi di punto. Sulla vicenda, comunque, il Consiglio di Stato si esprimerà il prossimo 7 novembre.

L’offerta anomala

Sempre nella nota, il raggruppamento temporaneo di imprese Solidarietà e Lavoro-Vivenda evidenzia come gli atti di gara siano «pienamente conformi e legittimi», ora che la nuova commissione giudicatrice e il nuovo rup gli hanno affidato l’appalto della refezione scolastica. Solidarietà e Lavoro-Vivenda, però, nulla dice delle anomalie nell’offerta in merito alle quali il Comune di Bari, il 19 agosto scorso, l’ha invitata a presentare chiarimenti e che sono state riconosciute anche dal Tar.

Qualche esempio? Il raggruppamento temporaneo di imprese ha previsto un utile di soli 13mila euro per il primo lotto di gara che ha un valore di ben 13 milioni: un guadagno che appare irrealistico e che potrebbe paradossalmente essere cancellato anche da un banale aumento del costo delle materie prime. C’è poi la questione dei costi di sanificazione, visto che Solidarietà e Lavoro-Vivenda ha previsto una spesa annua di 3.990 euro per garantire la pulizia di locali, attrezzature e centro cottura: l’equivalente di 28,5 euro al giorno, cifra con la quale una massaia avrebbe difficoltà ad acquistare i prodotti indispensabili per la pulizia della sua piccola casa. Anche l’incidenza del costo delle materie prime è stata giudicata troppo bassa.

Tutti aspetti sui quali, nelle prossime settimane, a fare chiarezza saranno Procura di Bari, Tar della Puglia e Guardia di finanza, ai quali Ladisa Ristorazione si è rivolta.

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