Pasta al forno al posto di quella con crema di cavolfiore, pasta al pomodoro invece dell’orzo con passato di verdure e filetto di merluzzo della zona Fao 67 al posto del merluzzo carbonato zona Fao 27. Sono solo alcune delle possibili alternative che, all’indomani del “caso-non-caso” del pesce rifiutato dalle bambine e dai bambini in alcune scuole baresi, la Ladisa Ristorazione ha proposto al Comune di Bari per venire incontro alle rimostranze presentate da molte mamme. Un’iniziativa – come spiegano dall’azienda che gestisce il servizio di refezione – pensata per offrire ai piccoli utenti pietanze più adeguate agli standard dei bambini, nel rispetto di quelle che sono le abitudini familiari e le tradizioni locali, garantendo sempre il rispetto dei valori nutrizionali, delle norme igieniche e delle caratteristiche organolettiche dei cibi.
«Con l’azienda abbiamo deciso di sostituire sin da subito il merluzzo carbonaro – ha commentato all’Edicola del Sud l’assessora comunale Paola Romano -. Nel rispetto delle linee guida nazionali e regionali, prenderemo in considerazione questa proposta e, insieme agli uffici comunali, all’Asl e ai genitori, valuteremo tutti i possibili cambiamenti, in modo da rendere il pasto sempre più apprezzato dai bambini». Dunque per tutte le altre eventuali proposte di cambiamento si dovrà aspettare l’ultima parola degli esperti competenti e quindi la relativa deroga al piano nutrizionale attualmente in vigore. Quella del “merluzzo nero” è stata una polemica che si è sgonfiata in poche ore, ma che ha fatto comprendere a tutti quanto le abitudini familiari e territoriali incidano in generale sul gusto di grandi e piccini. E poi a Bari, a voler cambiare registro sul pesce da servire a tavola, è davvero impresa titanica.
Secondo le linee guida per la ristorazione scolastica emanate dal ministero della Salute, «un’alimentazione equilibrata e corretta, ma anche gradevole ed accettabile, costituisce per tutti un presupposto essenziale per il mantenimento di un buono stato di salute e, in età evolutiva, per una crescita ottimale. A scuola una corretta alimentazione ha il compito di educare il bambino all’apprendimento di abitudini e comportamenti alimentari salutari. L’alimentazione del bambino deve essere considerata in un contesto più ampio, quale quello dell’ambiente, inteso non solo in senso fisico, ma anche socio-culturale e psicologico». Il menù, secondo il documento ministeriale, «deve essere elaborato secondo i principi di una alimentazione equilibrata dal punto di vista nutrizionale, utilizzando anche alimenti tipici al fine di insegnare ai bambini il mantenimento delle tradizioni alimentari». A scuola i bambini imparano a stare a tavola, a mangiare ciò che hanno nel piatto senza sprechi e ad apprezzare sapori nuovi a volte inconsueti; la variazione stagionale dei cibi consente di proporre alimenti che, per diversità di gusti, abitudini e, a volte, mancanza di tempo per le preparazioni, non vengono consumati a casa. L’introduzione di alimenti nuovi può essere facilmente accettata se si supera l’eventuale iniziale rifiuto grazie alla collaborazione degli insegnanti e/o del personale addetto che stimola il bambino allo spirito di imitazione verso i compagni.
Nella sua interlocuzione con il Comune, Ladisa Ristorazione non ha voluto trascurare un aspetto importante: il coinvolgimento delle famiglie nella parte dell’assaggio delle preparazioni. Per questo ha rinnovato l’invito a visitare il centro cottura e a prendere parte ad una degustazione dedicata.