Memoria e legalità nel campo di Libera: giovani da tutta Italia a Bari

Un filo teso con l’Albania, uno scambio di esperienze umane e arricchenti. È dedicato a questo tema il Campo Estivo di Libera Bari, “L’Adriatico, una mare di memoria” cominciato ieri alla Parrocchia di San Sabino, al quartiere Japigia, al quale hanno aderito ragazzi da ogni parte d’Italia.

I laboratori

Come quello di scrittura creativa sulla memoria delle vittime innocenti delle mafie, organizzato per questa mattina e domani, dalle 9 alle 12, a Villa Artemisia, un bene confiscato alla mafia (Santo Spirito). Si andrà dalla elaborazione della memoria autobiografica alla costruzione del paradigma politico di “Memoria Viva” che Libera promuove e con cui accompagna i familiari delle vittime innocenti di mafia in un lavoro sociale di recupero e impegno.

Ogni storia sceglie la forma narrativa che più la rappresenta, così in questa fase i partecipanti dovranno fare lo stesso fra le tecniche narrative per elaborare un testo finale sulle vite di Florian Mesuti e Hyso Telharaj, vittime innocenti delle mafie.

E dopo una pausa pranzo, alle 17 si ricomincia alla Parrocchia San Sabino, con “Riutilizzo sociale dei beni confiscati alle mafie. Dall’intuizione di Pio La Torre alle pratiche di riutilizzo di KeBuono”, pasticceria e gelateria sociale. Si tratta di un progetto promosso da Engim Albania a Fier, nel sud dei Balcani, che rappresenta un primo esempio di riscatto sociale dalle dinamiche criminali locali.

Il bene, una ex discoteca, apparteneva a un trafficante di droga ed è stata sequestrata e confiscata su disposizione del tribunale di Milano. Nella seconda parte della discussione si racconterà la genesi della legge 109/96 per il riutilizzo pubblico e sociale dei beni confiscati alle mafie. Il tutto arricchito dall’intervento di Eleonora Drudi della Pasticceria KeBuono in collegamento da remoto.

Gli incontri

Domani, dalle 17 alle 19, “Chi sono le vittime nel Mar Adriatico? Dal naufragio della Kater i Rades alla tratta delle donne migranti.” Attraverso la lente del ricordo di Alessandro Leogrande per conoscere come i familiari delle vittime del naufragio abbiano organizzato la giustizia e come la seconda generazione di albanesi si sia integrata nel tessuto socio-culturale del Paese. Interventi della presidente di Giraffa Onlus, Maria Pia Vigilante e di Geri Ballo, attivista e studiosa delle seconde generazioni in Europa.

Giovedì, dalle 17: “Come si rielabora la memoria per costruire l’identità? Da Alexander Langer ad Alessandro Leogrande, due lenti per conoscere le terre di Puglia e Albania, attraversando la vita di Hyso Telharaj”. Cosa lega Alessandro Leogrande, giornalista e scrittore, al pensiero ecologista e non violento europeo dell’attività politica di Alexander Langer? La raccolta di saggi e articoli dei due autori in “Dialogo sull’Albania” a cura di Giovanni Accardo, guida in questa indagine sociale, a partire dall’emigrazione albanese in Italia negli anni Novanta. Interventi di Ermira Kola (Fondazione Alexander Langer), Sueda Demaj, familiare di Hyso Telharaj in collegamento da remoto.

Venerdì si parla dei porti del Mar Adriatico, da decenni i luoghi dove si intersecano traffici illegali. Si racconta di quelle rotte che dagli anni Sessanta ai primi anni Duemila appartenevano al contrabbando di sigarette e che avevano come punto di arrivo le coste pugliesi, ma che oggi vedono sovrapporsi nuovi traffici, tra la costa adriatica e il resto del mondo, a partire da Albania ed Est Europa.

Nell’Albania contemporanea, però, si realizzano progetti per la tutela dell’ambiente, in particolare di fiumi e risorse idriche contro la costruzione delle idroelettriche e per le donne contro una società patriarcale. Interventi di Chicco Elia (Q Code Magazine), di Sofia Nardacchione (Libera Bologna), e di Rea Nepravishta (attivista dei diritti umani e della Terra).

Le visite

Giovedì alle 9, tutti al Porto di Bari per visitare il punto di sbarco della Vlora, e alla scultura “Sono persone”, di Jasmine Pignatelli, installata al quartiere San Girolamo e dedicata alla memoria degli albanesi sbarcati . Venerdì mattina, si va al quartiere Libertà e poi a Bari vecchia, con la guida dei “Custodi della Bellezza”. Sabato, in chiusura, visita a “Casa Bachi”, bene confiscato e riutilizzato socialmente dall’associazione Bachi da Setola, a Polignano a Mare, uno spazio di dialogo con la comunità europea e locale, che offre accoglienza, ristoro e partecipazione con workshop, laboratori, residenze, concerti, presentazioni di libri, occasioni di dibattito e di svago. Le attività sono rivolte all’intera comunità cittadina.

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