In vista della manifestazione nazionale di Roma, prevista il 20 settembre, e sull’onda della mobilitazione foggiana di lunedì scorso, da Palazzo Chigi arrivano le prime risposte all’emergenza sicurezza negli ospedali a tutela del personale sanitario, oggetto di botte, aggressioni e minacce.
Il vertice e i numeri
Coordinato dal sottosegretario alla presidenza del Consiglio dei ministri, Alfredo Mantovano, si è svolto l’incontro con i ministri Luca Ciriani, Carlo Nordio, Matteo Piantedosi e Orazio Schillaci per valutare gli eventuali provvedimenti da adottare per la sicurezza del personale sanitario. Sul tavolo l’ipotesi di filtrare l’accesso dei visitatori ai Pronto soccorso, aumentare la presenza dei poliziotti nei presidi sanitari, implementare più servizi di videosorveglianza, ma anche l’arresto in flagranza in differita, misure che nelle intenzioni del Governo possono arginare gli episodi di violenza nei confronti di medici e infermieri.
Al termine dell’incontro sono stati evidenziati i numeri delle presenze delle forze dell’ordine negli ospedali nazionali. «Sono 198 i presidi di polizia attivi nelle strutture ospedaliere, a fronte dei 126 preesistenti. Dall’inizio del 2023 si è registrato un incremento di 72 presidi, pari al 57,1 per cento, con un aumento anche dei poliziotti impiegati, passati da 299 a 432 (più 69,2 per cento). Intanto, a Bari è attesa, lunedì 23 settembre, la riunione del comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza richiesta dal presidente Michele Emiliano.
Indagini e indagati
Mentre a Foggia l’appuntamento è fissato alle 13 in procura, dove sarà conferito l’incarico per l’esame autoptico al professore Vittorio Fineschi, della Sapienza di Roma, noto alle cronache nazionali anche per essere stato il consulente legale della famiglia Resinovich, nell’intrigato caso della morte di Liliana, la 63enne scomparsa a Trieste il 14 dicembre 2021 e ritrovata cadavere il 5 gennaio del 2022.
La pm Paola De Martino ha notificato l’avviso di garanzia ai 20 sanitari indagati per la morte di Natasha Pugliese, la 22enne deceduta, il 4 settembre scorso, al Policlinico di Foggia durante un intervento chirurgico che ha scatenato la furia dei parenti e le aggressioni al personale medico e infermieristico, ora accusati di cooperazione in omicidio colposo, «omettendo prestazioni sanitarie con riferimento al periodo che va dal 16 di agosto fino al giorno del decesso». Sull’episodio ci sono altre due indagini: una della procura sulle aggressioni al personale medico, l’altra del servizio ispettivo della Regione Puglia.