Ancora le periferie al centro di un disagio diffuso e reiterato. I cittadini residenti nelle popolose e trafficate zone periferiche, avvertono forte la sensazione di essere ritenuti figliastri di una città che cura prevalentemente la parte visibile, quella del centro, visitata dai turisti e copertina lustrante di un libro sgualcito.
Questa volta, a denunciare il malfunzionamento della macchina amministrativa è il cittadino Michele Vulpis, portavoce dei condomini di quella parte rialzata di Via Gravina in cui latita sia la manutenzione che l’attenzione. Un tratto di strada, inizialmente di pertinenza privata, successivamente diviene comunale per concessione dei residenti, che in cambio, chiesero e ottennero la disponibilità del Comune a provvedere per la pulizia e per la manutenzione. Una soluzione quasi obbligata, quella di trasformare la strada da privata a pubblica dettata dalla presenza delle attività commerciali ubicate lungo la stessa. Un patto, però, che in 34 anni non sarebbe mai stato rispettato se non nella sola occasione del rifacimento del manto stradale. Tuttavia, con grande slancio civico, i residenti hanno da sempre provveduto alla pulizia del tratto stradale ripetendola privatamente ogni quindi giorni. La richiesta di pulizia, infatti, sarebbe sempre stata rispedita al mittente per l’impossibilità di poterla attuare da parte degli addetti a causa delle auto parcheggiate. Mentre quindi per la pulizia si è riusciti ad incontrare un punto di equilibrio, lo stesso non è stato possibile per la manutenzione che avrebbe dovuto riguardare il manto stradale e quei tombini che causano, da ormai 6 anni, una disputa aspra e permanente. Probabilmente a causa del cedimento del terreno sottostante l’asfalto, quei chiusini in ghisa sono scivolati seguendo lo sgretolamento dell’area. Questo smottamento ha creato una vera e propria lesione dell’asfalto che ha causato la deformazione del manto con enormi rischi sia per le auto che per i pedoni. Diverse le segnalazioni dei residenti agli uffici competenti che, puntualmente, rimandavano l’intervento a causa di una procedura ingarbugliata nel labirinto delle responsabilità da affidare ai vari enti proprietari di quei chiusini (enel, fogna, ecc…).
Mortificati dalla mancanza di ascolto, i residenti hanno però continuato a segnalare pericoli e disagi fino a quando, finalmente, la polizia locale si è vista costretta ad intervenire nella maniera più classica e ordinaria, circondando la zona pericolante con nastri e transenne. Una modalità solita che al danno ha aggiunto la beffa di un’isola intransitabile esattamente al centro della già stretta corsia. Le attività presenti lungo la strada sono raggiunte quotidianamente da mezzi pesanti per lo scarico delle merci, mezzi che in presenza dell’isola di transenne non riescono a percorrere nel senso unico la corsia, ma sono costretti a ripercorrere tutta la strada in retromarcia, e spesso, soprattutto nelle ore serali, creando ingorghi complicati con le vetture percorrenti il verso giusto, alimentando anche momenti di tensione tra automobilisti. Insomma, una situazione al quale andrebbe immediatamente posto rimedio, magari ascoltando anche l’esperienza di chi quella condizione la vive quotidianamente. All’isola di transenne, si aggiungono altre criticità tra le quali la necessità di dover sostituire quei parcheggi a “spina di pesce” attuali e ingombranti in quelli a “cassonetto”. Inoltre, per incontrare le necessità dei pedoni tra i quali gli anziani ospiti della Casa di Riposo “Brancaccio” ubicata nei pressi della strada in questione, è stato richiesto un persuasore di velocità con strisce pedonali per attraversamenti in sicurezza di una delle strada a maggior scorrimento veloce della città. Ogni richiesta dei cittadini, ovviamente, è stata prontamente ignorata.