Nel tempo della crisi del comparto pesca e delle prossime battagli in sede europea a tutela delle marinerie italiane, pronte a scendere in piazza per protestare contro le decisioni del parlamento europeo, sulle rive del golfo di Manfredonia esiste una realtà produttiva che è diventata punto di riferimento per le imprese dell’acquacoltura.
«“Col mare’ ” è il motto della nostra famiglia, dal mare nasciamo e lì possiamo trovare risposte per il presente e il futuro in chiave di reale sostenibilità», con queste parole Algesiro Cariglia, fondatore del Consorzio Gargano Pesca commenta il premio come impresa Green ricevuto in occasione del bicentenario della fondazione della anni della Camera di Commercio di Foggia.
Nel 1998 la famiglia Cariglia decide di investire nel settore dell’acquacoltura a ridosso del porto Alti Fondali di Manfredonia, all’epoca terza marineria d’Italia. Il pionieristico impianto di acquacoltura nasce il 5 ottobre 1998 con 20 gabbie galleggianti da una srl di famiglia che si occupa di ristorazione nelle 5 Terre e a Roma. Oggi è una società consortile, proprietaria di 100 gabbie galleggianti tra il Golfo di Manfredonia e Macchia di Monte Sant’Angelo, produce 1800 tonnellate all’anno di pesce e 250 chilometri di filari per la policoltura di ricci, vongole, ostriche e spugne, un impianto per la produzione di microalghe marine, uno schiuditoio per la riproduzione dei semi di frutti di mare on demand e un impianto di trasformazione del pescato, un centro di depurazione e spedizione molluschi. «Dopo 25 anni, l’idea di diversificare il settore della pesca con l’acquacoltura, ha letteralmente trasformato il Golfo di Manfredonia in termini di beneficio ambientale e sociale. Fondamentali i rapporti con il mondo della ricerca universitaria e l’utilizzo delle tecnologie in tutte le fasi di produzione», spiega l’ad Francesca Cariglia che gestisce insieme alla sorella Michela e al fratello Alessandro un impianto di acquacoltura multitrofica integrata che ha reso le acque del Golfo di Manfredonia più salubri: un indicatore per tutti è il ripascimento della prateria di Cymodea nodosa e il complessivo aumento dell’ossigenazione delle acque parametrato dalle agenzie nazionali ed internazionali.
«Innovazione e tradizione sono il binomio con cui cresciamo attraverso un processo di reingegnerizzazione abbiamo compreso che le maestranze della pesca hanno da dire alle più sofisticate tecnologie di produzione dei biomateriali, per esempio e sono gli innesti con l’economia circolare e l’economia verde che ci hanno portato ad investire sull’intelligenza artificiale come valorizzazione delle competenze», spiega Michela Cariglia. In quest’ottica, il 29 dicembre 2021 nasce lo spin off Ai4skills srl-società benefit che si occupa di upskill e reskill con l’intelligenza artificiale nel settore della Blue Economy e delle filiere collegate oggi integra 18 filiere e supera il mismatching ed il gap delle competenze incrociando domanda ed offerta di lavoro basandosi sulle competenze e non sui titoli.«La piattaforma è nata per generare posti di lavoro in acquacoltura poi è diventata uno strumento agile superando le selezioni per titoli e guardando a ciò che “si sa fare”, come la grande lezione del mare insegna: navigare necesse est che tu sia mozzo o capitano«, conclude Michela Cariglia.