Un tornado a Molfetta, dopo quello a Montesano Salentino, violenti nubifragi e grandinate a Torremaggiore e Cerignola, in provincia di Taranto a Grottaglie, Ginosa, Laterza e Manduria, a Leverano nel Leccese, ad Erchie e a Francavilla Fontana nel Brindisino, a Santeramo e Gioia del Colle nel Barese con trombe d’aria e tempeste di fulmini, oltre a chicchi di ghiaccio “extra large” con alberi sradicati, aziende lesionate, allagamenti, esondazioni e fango e gli agriturismi rimasti isolati per le tempeste di fulmini che hanno colpito gli impianti elettrici.
È la fotografia di quella che Coldiretti Puglia, sulla base dei dati dell’European Severe Weather Database (Eswd), definisce «la peggiore estate del decennio», con il mese di agosto caratterizzato da grandinate, tempeste di fulmini, tornado e nubifragi improvvisi che stanno interessando tutte le province pugliesi a macchia di leopardo, con un impressionate aumento del 1.300% rispetto all’inizio della decade.
Campi allagati, raccolti devastati ma anche frane e smottamenti sono gli effetti del maltempo rilevati nelle campagne dal monitoraggio della Coldiretti con la grandine che è stata l’evento climatico più grave per i danni irreversibili che ha provocato ai raccolti.
«Il maltempo si abbatte su terreni secchi per la siccità che – evidenzia la Coldiretti regionale – non riescono ad assorbire l’acqua che causa frane e smottamenti in una situazione in cui sono 230 i comuni in Puglia a rischio idrogeologico con pericolo di frane e smottamenti secondo dati Ispra. I cambiamenti climatici provocano danni perché colpiscono un territorio reso più fragile – sottolinea Coldiretti Puglia – dalla cementificazione e dall’abbandono. Risultano “mangiati” 158.695 ettari in Puglia, dove nel 2021 sono andati persi altri 500 ettari di campagne per colpa della cementificazione e dell’abbandono che ha ridotto la superficie agricola utilizzabile. Su un territorio meno ricco e più fragile per il consumo di suolo, inoltre, si abbattono – conclude Coldiretti Puglia – i cambiamenti climatici con le precipitazioni sempre più intense e frequenti, con vere e proprie bombe d’acqua che il terreno non riesce ad assorbire e al siccità che ogni anno aggrava il rischio desertificazione».