«Ricostruire la storia di quegli anni e di quei giorni mi sembra un dovere civico. Intanto perché la conoscenza storica aiuta a maturare e poi perché ci sono tante generiche verità su quel periodo ed è bene andare in profondità». Lo ha detto il professor Luciano Canfora, storico, filologo e docente emerito dell’Università degli studi di Bari, a margine della lectio magistralis sul tema “Mai più fascismi” che si è tenuta questa mattina a Palazzo di Città in occasione del centesimo anniversario della marcia su Roma.
Tanti gli studenti presenti nell’Aula consiliare e quelli collegati con la diretta streaming trasmessa sulle pagine Facebook del Comune di Bari e dell’Anpi.
Incalzato sull’attuale situazione politica italiana, con l’insediamento del nuovo governo a guida Meloni, Canfora afferma: «La storia non si ripete mai uguale, quindi io manterrei i nervi saldi. Poi la destra è arrivata al potere anche anni fa, al tempo di Tambroni, il cui governo era votato dal Movimento sociale italiano e l’Italia fu insanguinata da sparatorie, uccisione di manifestanti. Questa è una destra che a me non piace per niente, sostanzialmente nazionalista e anche abbastanza xenofoba, ma col fascismo del 1922 ha poco a che fare», conclude.
L’evento è stato organizzato dall’associazione nazionale dei partigiani d’Italia (Anpi) in collaborazione con il Comune di Bari: «Abbiamo voluto organizzare questo momento con il professor Canfora dando la possibilità agli studenti di approfondire un momento della storia italiana che fu fondamentale per il XX secolo, ma soprattutto dar loro la possibilità di conoscere la storia e acquisire gli strumenti per evitare che il totalitarismo si riproponga», spiega l’assessora comunale alle Politiche educative e giovanili, Paola Romano. «Il fascismo parlò soprattutto ai giovani – prosegue – e, a 100 anni dalla marcia su Roma, è importantissimo parlare a questa nuova generazione che farà il futuro dell’Italia e del mondo provando ad installare degli anticorpi nei confronti dei totalitarismi e delle dittature», conclude.
Fotoservizio di Andrea De Vecchis.