Luce, gas, povertà dilagante. In ginocchio 80mila baresi

Tra i 44mila e gli 80mila i baresi a rischio povertà energetica, con un’eventualità nella media nazionale che la situazione peggiori in caso di persistenza delle attuali condizioni economiche di scambio di carburanti, gas ed energia elettrica. È quanto emerge dai dati del rapporto 2021 dell’Osservatorio Italiano sulla Povertà Energetica, rielaborati dalla Cgia di Mestre. Numeri che incutono timore se si pensa solo al fatto che sono stati rivelati prima che deflagrasse la questione energetica. Un tema che ormai impatta su tutti gli aspetti della quotidianità, dal lavoro alla spesa e che si sostanzia nella cosiddetta povertà energetica, ovvero nella difficoltà di acquistare servizi energetici necessari. In questo ambito, l’identikit delle famiglie vulnerabili è quello di un nucleo con un elevato numero di componenti, che risiedono in alloggi in cattivo stato di conservazione, con il capofamiglia giovane, spesso inoccupato o immigrato. La tempesta perfetta, dunque, si concretizza quando una famiglia numerosa non riesce a pagare una bolletta per una casa che, ormai vetusta ed energivora, non consente di vivere in modo confortevole senza l’attività di termosifoni o condizionatori.

«Non ci sono ricette miracolose – interviene il presidente di Confconsumatori Puglia Antonio Pinto – Serve un intervento mirato in favore delle fasce di reddito più deboli. Il prossimo governo dovrà fare scelte decise, serviranno nuovi aiuti e un bonus sociale che allevi il peso delle bollette sulle famiglie». Il tema non è solo legato alla contingenza ma anche alla durata di questa situazione. «La transizione energetica può attendere, ora bisogna affrontare l’emergenza. Quindi ben vengano le riaperture delle centrali a carbone visto che non abbiamo alternative». Non convince il presidente di Confconsumatori la discesa del prezzo del gas negli ultimi giorni: «Anche laddove cali da 315 a 214 euro non cambia il fatto che siamo a dieci volte quanto era un anno fa. Un livello di pressione insostenibile». Poi un’indicazione finale: «Tutti noi dobbiamo anche adottare nuove abitudini orientate al risparmio o le bollette saranno sempre più pesanti».

La scelta di vivere in condominio è da sempre la più gettonata perché consente di abbassare i costi. In questo momento storico, però, evidenzia ancor di più un destino comune che lega tutti i condòmini. Vito Lucente, vicepresidente nazionale dell’Associazione Manager Immobiliari, invoca più partecipazione da parte di tutti, ma anche delle istituzioni, e non usa mezzi termini: «Se non pagano tutti le soluzioni sono due: o pagano gli altri o si tagliano i servizi. Per andare sul concreto, se continua così o accettiamo di creare dei fondi condominiali straordinari, con quote evidentemente straordinarie, o abituiamoci all’idea che in alcuni palazzi mancherà la corrente e non si potrà prendere l’ascensore». Analogo il ragionamento per il gas: «Gli impianti centralizzati verranno spenti se non si farà fronte alle utenze, lo stesso accadrà per l’acqua. Non so quanto resisteremo a questi livelli».

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