L’ottobrata incide anche a tavola: angurie, pesche e susine “resistono” sui banchi dei negozi pugliesi

Angurie, pesche e susine sulle tavole dei pugliesi anche a ottobre. Il caldo anomalo «manda la natura in tilt» e «sconvolge» le abitudini alimentari con frutta tipicamente estiva sui banconi di supermercati e negozi «con il sole d’autunno che ha alzato il grado zuccherino dando ai raccolti un ancora più dolce e piacevole». È quanto emerge dall’analisi della Coldiretti Puglia sugli effetti delle temperature “bollenti” di ottobre dopo un settembre che si posiziona già come il secondo più caldo mai osservato.

E così sulle tavole dei pugliesi al posto di mele, pere, castagne, cachi o fichi d’india, è ancora possibile trovare susine tardive, albicocche, pesche, meloni e persino angurie. «Prodotti che, con il clima anomalo, sono molto ricercati dai consumatori proprio per spegnere la sete che “l’ottobrata” anomala continua ad alimentare», spiega la Coldiretti regionale. «Frutta e verdura sono infatti alimenti che soddisfano molteplici esigenze del corpo stressato dal caldo – aggiunge l’organizzazione degli agricoltori in una nota -: nutrono, dissetano, reintegrano i sali minerali persi con il sudore, riforniscono di vitamine, mantengono in efficienza l’apparato intestinale con il loro apporto di fibre e si oppongono all’azione dei radicali liberi prodotti nell’organismo dall’esposizione al sole, nel modo più naturale ed appetitoso possibile».

La Puglia, ricorda la Coldiretti, «è la regione più ortofrutticola d’Italia con 198mila ettari di superficie utilizzata, 23 milioni di quintali di prodotti e 1,2 miliardi di euro di Produzione lorda vendibile, più di 1/3 della Plv agricola totale regionale, con punte di eccellenza e di valore dell’uva da tavola negli areali di Bari e Taranto, degli agrumi dell’arco jonico-tarantino e degli ortaggi, con spinte forti dalle province di Foggia e Brindisi. La specializzazione strutturale dell’ortofrutticoltura pugliese, legata alla spiccata vocazione pedoclimatica, flessibilità e tradizione imprenditoriale, consente – conclude Coldiretti Puglia – di proporre una amplissima gamma di prodotti e si manifesta anche in termini di performance produttive».

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