L’ostacolo al Cup unico sono le Asl: «Non condividono le agende»

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La sanità pugliese potrebbe abbattere subito le liste d’attesa grazie al centro unico di prenotazione per visite ed esami sanitari, ma l’operazione è inattuabile per l’ostilità delle Asl che si rifiutano di condividere le informazioni contenute nelle agende di prenotazione. È la clamorosa realtà emersa ieri in Commissione regionale Bilancio nella terza seduta di audizioni dedicata al Cup unico regionale.

Lo scenario
Assodato che fra un mese sarà appaltato il nuovo sistema informatico centralizzato per il Cup da 6,4 milioni di euro di spesa, dall’ascolto dei soggetti convocati sono venute a galla diverse contraddizioni. Ad esempio: sin dal 2019 la giunta regionale aveva stabilito con delibera un cronoprogramma puntuale di attuazione del Cup unico finalizzato ad abbattere le liste d’attesa ed evitare i colli di bottiglia fra le varie aziende, ma soprattutto fra l’offerta e i tempi lumaca degli ospedali pubblici e le visite lampo del privato. Il sistema doveva entrare in funzione nel 2021, ma oggi si deve ripartire da zero pur avendo in teoria tutte le carte in regola per applicarlo da subito. Manca, si potrebbe dire, la volontà politica delle Asl così come hanno sottolineato il direttore generale dell’Aress Ettore Attolini e il responsabile dell’Area gestione tecnica del Policlinico di Bari. Il sistema orchestratore, è emerso, progettato da InnovaPuglia, potrebbe funzionare se solo le aziende sanitarie lo volessero trasmettendo le informazioni sulle liste d’attesa e nello stesso tempo consentire la visibilità della prenotazione e la possibile erogazione.

Le parole di Montanaro
La chiusura delle agende, ha spiegato il capo del Dipartimento Sanità Vito Montanaro, si profila come un possibile abuso da parte delle aziende sanitarie tenute a fornire i dati. «L’auspicio – ha aggiunto Montanaro – è che si arrivi al Cup unico grazie alla gestione di una sola società informatica con un solo modello di prenotazione al pari delle altre regioni. Nel frattempo partirà l’attività di ricognizione delle agende». Duro il commento del presidente di Commissione, Fabiano Amati, che da anni ha lanciato una battaglia per il Cup unico: «Si violano le leggi, nonostante numerosi inviti e intimidazioni con delibere e circolari, generando l’impossibilità di monitorare gli inconvenienti amministrativi e ridurre l’attesa», ha sottolineato dopo la seduta per poi aggiungere: «Speriamo che si avvii il Cup unico regionale federato, così da interrompere una sistematica turbativa del pubblico servizio, in violazione di legge, che è un reato».

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