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Lo smaltimento costa caro: in un anno Tari su del 5,5% in Puglia. Tariffe alte a Brindisi, Foggia la più virtuosa

Tra gli obiettivi dichiarati della Newco appena costituita tra Ager e Aseco vi è quello di ridurre notevolmente i costi per la gestione dei rifiuti delle amministrazioni locali pugliesi. Costi che incidono sulle tasche dei contribuenti attraverso la Tari, la tassa comunale alla quale spetta il compito di fornire le risorse necessarie per la raccolta…

Tra gli obiettivi dichiarati della Newco appena costituita tra Ager e Aseco vi è quello di ridurre notevolmente i costi per la gestione dei rifiuti delle amministrazioni locali pugliesi. Costi che incidono sulle tasche dei contribuenti attraverso la Tari, la tassa comunale alla quale spetta il compito di fornire le risorse necessarie per la raccolta e il trasporto dei rifiuti e il loro trattamento, recupero e smaltimento. I Comuni solitamente calcolano l’importo da versare in base alla quantità e alla qualità media ordinaria di rifiuti prodotti per unità di superficie, rapportata alla destinazione d’uso dell’immobile, alla tipologia delle attività svolte, e al costo del servizio sui rifiuti. Inoltre nel calcolo della tassa sono previste delle riduzioni obbligatorie per Legge e altre che i singoli Comuni hanno facoltà di introdurre all’interno dei propri regolamenti.

L’osservatorio dei prezzi e delle tariffe di Cittadinanza attiva ha messo nero su bianco i dati relativi al costo della Tari sborsata dai cittadini italiani, con un focus su Regioni e capoluoghi di provincia. Ne emerge un quadro poco lusinghiero per la Puglia, seconda regione del Sud Italia ad aver registrato la spesa più alta per la gestione e lo smaltimento dei rifiuti.

Scendendo nel dettaglio, nel 2022 l’importo medio della Tari per una famiglia italiana è stato di circa 314 euro, con un aumento del 2,3% rispetto all’anno precedente e del 24% negli ultimi dieci anni. Ma è al Sud che si registra la spesa più elevata, con la Campania che guida la classifica delle Regioni meno virtuose, seguita a ruota dalla Puglia. Nel 2022 la spesa media regionale per la Tari è stata infatti di 402 euro, con un aumento di oltre il 5,5% se confrontato con l’anno precedente, il 2021, quando la spesa media si è attestata sui 381 euro per nucleo familiare. La situazione non è delle più positive nemmeno se si prendono in considerazioni i dati dei capoluoghi di provincia. A spiccare tra le dieci città più costose a livello nazionale c’è Brindisi, terza in classifica, con una Tari versata nel 2022 di ben 464 euro, con una variazione in crescita rispetto al 2021 del 17,2%. Peggio della città pugliese fanno solo Catania (594 euro) e Genova (480). Aumenti della Tari si sono registrati in tutte le province pugliesi. Dopo Brindisi la spesa maggiore è toccata ai tarantini che hanno dovuto pagare una Tari di 416 euro lo scorso anno, per un incremento del 12,1%. Meglio fa Andria, dove si è passati dai 422 euro del 2021 ai 424 del 2022 (un aumento “solo” dello 0,6%). Più consistente il dato di Barletta: un aumento del 7,3% con una tassa passata dai 377 euro del 2021 ai 407 del 2022. A Bari e a Lecce si parla di maggiorazioni rispettivamente del 3,3 e del 2,5% (con una Tari versata di 398 euro nel capoluogo di regione e di 349 a Lecce). L’unico capoluogo di provincia che può vantare un miglioramento nei costi di gestione dei rifiuti è Foggia. In questo caso i contribuenti hanno visto scendere l’importo dovuto per la Tari al Comune del 2,2%: nel 2021 si pagavano 374 euro a famiglia, nel 2022 l’importo è sceso a 366 euro.
fra.sorr.

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