La spesa di ogni famiglia pugliese per cibo e bevande è quasi ai minimi storici, superiore soltanto a quella dei sardi. Colpa dell’inflazione che spinge i consumatori a limitare l’esborso anche per i generi di prima necessità e ad approfittare di misure di sostegno statali come la social card o della solidarietà dei privati. È uno scenario allarmante quello che Coldiretti traccia in un dossier che fotografa le abitudini alimentari degli italiani.
I numeri
Se si analizzano i dati relativi ai consumi nel 2023, la Puglia risulta la regione italiana dove si spende meno per cibo e bevande: 464 euro al mese per ciascuna famiglia, poco più dei 457 registrati non più tardi di sei anni fa. Un valore più basso si riscontra soltanto in Sardegna, ferma a 415 euro. Persino in Basilicata, regione tradizionalmente considerata tra le più povere in tutto il Paese, si arriva a spendere di più e cioè 542 euro al mese. Gli esborsi in assoluto più alti si notano in Campania (614 euro), Sicilia (586 euro) e Friuli-Venezia Giulia (576 euro).
L’analisi
Ma perché il livello di spesa per i generi alimentari, in Puglia, è così basso? Coldiretti non ha esitazioni nell’attribuire quel valore alla galoppata dell’inflazione. «Le famiglie sono costrette a risparmiare sulla spesa – fanno sapere da Coldiretti – La stragrande maggioranza di chi è stato costretto a ricorrere agli aiuti lo fa attraverso la consegna di pacchi alimentari che rispondono maggiormente alle aspettative dei nuovi poveri che, per vergogna, prediligono questa forma di sostegno al consumo di pasti gratuiti nelle strutture caritatevoli».
Gli aiuti statali
Il dossier di Coldiretti arriva in un momento storico in cui un milione di pugliesi si trova in povertà relativa e in cui il governo Meloni ha inteso sostenere questa fetta di popolazione con la card “Dedicata a te”, il contributo da 500 euro destinato a tutte le famiglie a basso reddito per l’acquisto di generi alimentari di prima necessità, carburanti o abbonamenti per il trasporto pubblico. «La card per la spesa alimentare è importante per aiutare le famiglie che vivono momenti di difficoltà -aggiungono da Coldiretti – ma è anche necessario favorire l’acquisto di prodotti alimentari Made in Italy in modo da sostenere l’economia e il lavoro in Puglia». Non bisogna dimenticare, poi, come i fondi a copertura della misura e i i criteri di assegnazione della card abbiano determinato notevoli storture e lasciato migliaia di famiglie povere a bocca asciutta. La card è finanziata per 600-700 milioni che servono a dare un aiuto a non più di un milione di famiglie, mentre ad averne bisogno sarebbero molte di più: basti pensare che, soltanto a Bari, i beneficiari di “Dedicata a te” sono 4mila a fronte di oltre 10mila esclusi. In più, i criteri di assegnazione, cioè numero di residenti e gap tra reddito pro capite del comune e reddito pro capite nazionale, fanno sì che comuni del Nord ricevano più o meno lo stesso numero di card previste per i comuni del Sud che magari ha lo stesso numero di abitanti ma molte più persone in stato di povertà.
La solidarietà dei privati
Contro la povertà è cresciuta anche la rete della solidarietà che si è estesa dalle organizzazioni di volontariato a imprese e singoli cittadini a partire dalla “spesa sospesa” di Campagna Amica: una iniziativa grazie alla quale sono stati raccolti 8 milioni di chili di frutta, verdura, formaggi, salumi, pasta, conserve di pomodoro, farina, vino e olio destinati ai bisognosi.