«Sul picco di influenza atteso per la metà del mese di gennaio peserà il rientro a scuola. Occorre mantenere alta l’attenzione e seguire le precauzioni suggerite dalle autorità sanitarie».
A spiegare la situazione è Sergio Lo Caputo, professore ordinario di Malattie infettive presso il Policlinico di Foggia. Professore, la curva dei contagi in Puglia è sotto la media nazionale ma in crescita, dato che il picco è atteso verso metà mese. Quali fattori incideranno nei prossimi giorni sulla diffusione delle sindromi influenzali?
«Il picco, o comunque un aumento importante dei casi di influenza, dovrebbe arrivare nelle prossime settimane sia a causa del peggioramento previsto del clima e l’abbassamento delle temperature che per la ripresa delle attività nelle scuole, che farà da veicolo di diffusione dei virus.
Per affrontare il picco dei prossimi giorni, quello che conta è soprattutto quello di evitare un abuso inutile di terapia antibiotica. La raccomandazione è sempre quella degli antipiretici e degli antinfiammatori. A questo va aggiunta una particolare attenzione ai soggetti immunodepressi e fragili, soprattutto ovviamente gli anziani.
Per questa stagione influenzale non sembrerebbero esserci delle particolari caratteristiche a livello sintomatologico. Va sempre considerato che abbiamo a che fare con più ceppi di virus influenzali e non uno solo. Anche i vaccini sono un cocktail di quelli che sono gli agenti patogeni che circolano di più».
Come è andata la campagna vaccinale?
«Dobbiamo rifarci ai dati che sono stati diffusi proprio in queste ore dalla Regione e dalle autorità sanitarie. Sembra che ci siano state più vaccinazioni rispetto allo scorso anno , il 2023, logicamente adesso è troppo tardi per vaccinarsi in senso preventivo ma la copertura è stata sicuramente migliore per questa stagione 2024-2025».
Come mai secondo lei?
«Possiamo parlare di campagna vaccinale di successo soprattutto perché si sono vaccinati tantissimi operatori sanitari, bambini e persone fragili. C’è stata una maggiore accettazione dell’idea di doversi immunizzare contro l’influenza e poche polemiche (come invece è successo nel 2022 e nel 2023 quando tante persone non hanno fatto il richiamo per influenza e Covid-19)».