«Dobbiamo partire dal presupposto che ogni iniziativa ha dei luoghi definiti e privilegiati in cui potersi svolgere, altrimenti, come sempre in Italia, si lascia spazio a ogni libera interpretazione ed azioni. Così i concerti hanno gli stadi, le arene, eccetera», parte così l’intervista al presidente Legambiente Puglia Ruggero Ronzulli che effettua la valutazione della realtà ambientalista regionale a proposito del Jova Beach Party, il tour di Jovanotti che quest’anno farà tappa a Barletta il 30 e il 31 luglio, e che ha visto molto spesso Legambiente storcere il naso rispetto al luogo in cui il concerto viene svolto.
«La spiaggia è un habitat delicato in cui non è possibile e accettabile svolgere un concerto con migliaia di persone, perché il problema non si ferma solo al concerto fine a sé stesso, ma a tutto ciò che c’è intorno: spostamenti, presenza, rifiuti», sostiene Ronzulli, «Settimana scorsa è stato presentato il dossier di Legambiente Mare Mostrum in cui si evince che, in un anno, sono raddoppiati i reati contro il mare. Il caso di Barletta», entra poi nel merito il presidente regionale, «è ancor più particolare perché il concerto si svolge su una location in cui il Circolo Legambiente locale, da tre anni, ha avviato un’azione di tutela dell’area che ha portato alla nidificazione del fratino e alla rinaturalizzazione delle aree. Una stessa area che da un lato è autorizzata in un progetto di tutela e dell’altro vede promuovere un mega concerto che in pochi giorni cancella tutto ciò che è stato realizzato negli anni», dichiara preoccupato Ronzulli.
Sulla possibilità di conciliare divertimento e sostenibilità Ronzulli sottolinea che «È importante realizzare dapprima delle valutazioni di impatto ambientale. Se si vuole svolgere un concerto sulla spiaggia è doveroso limitare il numero di partecipanti e scegliere attentamente dove svolgerlo. Oggi diversi artisti stanno realizzando concerti riducendo, ad esempio, il numero di mezzi con cui spostarsi. Tutto è possibile, basta solo non nascondersi dietro una finta facciata ecologista».
A organizzatori e spettatori Ronzulli rivolge l’invito «a rispettare il luogo che calpesteranno per ore. Quel concerto può cancellare un lavoro di anni fatto da volontari che hanno ricreato un habitat naturale per una specie protetta a rischio estinzione». Agli organizzatori: «la prossima volta una maggiore riflessione su dove svolgere i concerti sarebbe più opportuna. L’appello principale, però mi sento di farlo alle amministrazioni locali che devono avere il coraggio di dire dei ‘No’ chiari o proporre location alternative. Il consenso non si ottiene in questo modo, ma rispettando e tutelando il proprio territorio».