Un rallentamento della crescita economica con prospettive di rilancio a medio e lungo termine. È una fotografia in chiaroscuro quella scattata dalla Banca d’Italia alla regione. I dettagli del report “L’economia della Puglia”, realizzato dalla divisione Analisi e Ricerca economica e territoriale della sede di Bari della Banca d’Italia, sono stati illustrati ieri a Barletta nel corso di un convegno promosso dalla Prefettura della Bat. I dati lasciano poco spazio a dubbi. Nell’ultimo anno, la regione ha dovuto affrontare sfide notevoli, con settori in affanno e famiglie sotto pressione, ma con alcune aree di resilienza, come il turismo e le costruzioni, che potrebbero comunque offrire spiragli di ripresa.
Il report
Sebbene i primi mesi dell’anno abbiano mostrato segnali positivi, la crescita complessiva si è attestata allo 0,7%, inferiore rispetto alla media nazionale dello 0,9%. Questo rallentamento ha colpito vari settori, in particolare l’industria, che ha visto una riduzione dell’1,1% del valore aggiunto, nonostante il miglioramento delle condizioni dei costi energetici e di approvvigionamento. Sul fronte occupazionale, la situazione non è incoraggiante. Se da una parte il trend fa segnare un lieve aumento in settori come le costruzioni, sostenute dai progetti del Pnrr, dall’altra, il tasso di disoccupazione rimane elevato rispetto alla media nazionale.
«L’obiettivo è quello di rendere le imprese della regione più attrattive soprattutto per i giovani e le donne – dice Sergio Fontana, presidente di Confindustria Puglia – non si tratta solo di rispettare la parità di genere, ma soprattutto di garantire un valore aggiunto al sistema produttivo. Ci aspettiamo nuove opportunità con i fondi per lo Sviluppo e la Coesione che rappresenteranno il modo attraverso il quale il Governo fornirà nuovi strumenti alla Puglia in materia finanziaria». Uno scenario, quindi, in evoluzione, che nel complesso appare comunque vivace e, proprio per questo, spesso fa gola alla malavita.
L’ombra della criminalità
Il rischio di ramificazioni criminali all’interno dei sistemi produttivi è concreto. Questo, oltre a penalizzare le aziende che operano nella legalità poiché subiscono una concorrenza sleale, scoraggia anche gli investimenti. La conferma arriva dall’ultima relazione della Direzione Investigativa Antimafia. «La criminalità organizzata pugliese – si legge nel documento – ha sviluppato nel tempo un’attitudine ad agire in contesti economici rilevanti, inquinando l’economia legale mediante il riciclaggio di proventi illeciti». Per questo, l’allerta resta alta. «Esaminiamo attentamente ogni aspetto – sottolinea il prefetto della Bat, Silvana D’Agostino – anche per poter elaborare, dal nostro punto di osservazione, le strategie più efficaci di prevenzione e di contrasto alle diverse forme di illegalità e di infiltrazione nell’economia, a tutela della sana concorrenza tra gli operatori economici».