L’economia rallenta in Puglia: frenano gli investimenti, bene il turismo. Cala il reddito delle famiglie

L’economia pugliese ha rallentato nel 2023 crescendo solo dello 0,7% contro lo 0,9% della media nazionale e in linea con il Mezzogiorno. Lo rivela il report di Banca d’Italia, presentato oggi a Bari dal direttore della sede pugliese, Sergio Magarelli.

Un primo trimestre forte, seguito da un arresto della crescita

La crescita, più robusta nel primo trimestre, si è quasi azzerata nei mesi successivi. Le imprese hanno sofferto di un calo del valore aggiunto dell’1,1%, sebbene abbiano beneficiato di minori costi energetici e di un miglioramento nell’approvvigionamento di materie prime.

Industria in calo, investimenti frenati

L’industria pugliese ha registrato un calo dell’attività, che ha riguardato sia le aziende esportatrici che quelle orientate al mercato interno. Anche gli investimenti sono diminuiti, a causa del contesto economico incerto, delle tensioni geopolitiche, dell’aumento dei tassi di interesse e di un accesso al credito più restrittivo.

Costruzioni e servizi in rallentamento

Il settore delle costruzioni ha continuato a crescere, ma a un ritmo più lento. Il rallentamento è stato causato principalmente dal calo del comparto residenziale, dove sono diminuiti gli incentivi fiscali per le ristrutturazioni e le compravendite, anche per il maggior costo dei mutui.

Turismo solido, ma servizi in difficoltà

Nonostante la domanda turistica sia rimasta buona, il settore dei servizi ha subito un rallentamento, anche a causa della debolezza dei consumi.

Le prospettive per il 2024

Le previsioni per il 2024 sono incerte. La guerra in Ucraina, l’aumento dell’inflazione e la stretta monetaria della Bce potrebbero pesare sull’economia pugliese. Tuttavia, alcuni fattori potrebbero sostenere la crescita, come il turismo e i fondi del Pnrr.

I redditi delle famiglie

Non cresce nemmeno il reddito delle famiglie pugliesi che nel 2023 resta stabile. A causare la frenata, in questo caso, è l’aumento dei prezzi e la «debole dinamica contributiva», si legge nella relazione della Banca d’Italia.

I consumi, che si erano ridotti durante la pandemia con un contestuale accumulo di risparmio, hanno progressivamente rallentato nel corso del 2023, dopo il forte recupero del 2022.

L’inflazione, nonostante si sia molto attenuata dalla fine del 2023, ha contribuito ad aumentare anche il costo dei beni essenziali, rendendone più difficoltoso l’acquisto per le famiglie in condizioni di indigenza.

I prestiti

«La crescita dei prestiti alle famiglie – si legge ancora – si è indebolita lo scorso anno e nei primi mesi del 2024: sull’andamento ha inciso principalmente quello dei mutui abitativi, le cui nuove erogazioni sono diminuite, risentendo soprattutto della minore domanda. I mutui a tasso fisso, divenuti in corso d’anno più convenienti rispetto a quelli indicizzati, hanno costituito la quasi totalità dei finanziamenti per l’acquisto di abitazioni. L’aumento del credito al consumo è invece proseguito, ma con intensità inferiore a quella del 2022».

Gli studenti preferiscono iscriversi ad Atenei fuori regione

Secondo il report, inoltre, uno studente pugliese su tre tra quelli che si iscrivono all’università preferisce ancora iscriversi in Atenei fuori regione. Nel 2022 il tasso di immatricolazione dei giovani residenti in Puglia era del 52%, in crescita di 7,2 punti dal 2010.

Il tasso di immatricolazione si riduce però al 39,4% se si considerano solo gli iscritti negli Atenei in Puglia. Gli studenti pugliesi in uscita, rispetto a chi rimane in regione, presentano voti di diploma più alti, hanno frequentato un liceo e nell’anno di diploma hanno ottenuto punteggi maggiori nelle prove Invalsi.

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