Lecce, l’appello dei vigili del fuoco: «Pochi uomini e mezzi. Realtà allarmante»

I vigili del fuoco del comando di Lecce lanciano un disperato grido di aiuto e scrivono al prefetto. «Il Salento brucia e noi siamo in emergenza. Il soccorso è al collasso. Proclami, promesse ma niente fatti. È mancata la prevenzione e i terreni sono invasi da arbusti ed erbacce. Temiamo per la sicurezza». I vigili del fuoco e la loro comandante Roberta Lala chiedono uomini e mezzi adeguati.

Due missive
Sono due le lettere inviate al rappresentante del governo sul territorio firmate da diverse sigle sindacali, ma le carenze denunciate sono le stesse. La prima è di Conapo, Cgil e Confsal Vvf, la seconda di Fns Cisl Lecce e Uil Pa.

Situazione al collasso
I sindacati denunciano una situazione di stallo nella costruzione della nuova sede centrale operativa a cui si somma l’agonia del parco automezzi che versa in condizioni drammatiche, caratterizzato da mezzi che andrebbero rottamati, ma che contrariamente ad ogni logica di programmazione economico-finanziaria, vengono continuamente inviati presso le autofficine per continue e variegate riparazioni, con il risultato di lasciare il personale operativo letteralmente a piedi. «Ripetiamo: la situazione del comando dei vigili del fuoco di Lecce è al collasso», incalzano i sindacati.

Mancano le autopompe
Se una volta erano i mezzi fuoristrada a mancare, ora lo sono anche gli Aps, le autopompe serbatoio che consentono ai vigili del fuoco di intervenire velocemente e in sicurezza. Mezzi indispensabili per affrontare una miriade di interventi.

I terreni incolti
Le organizzazioni sindacali puntano il dito sullo stato di abbandono dei terreni, pubblici e privati. La maggior parte degli interventi dei vigili sono effettuati su terreni lasciati incolti da cittadini che non rispettano le disposizioni regionali e locali in tema di prevenzione incendi. «Il comando di Lecce non ce la fa, l’organico è sottodimensionato e dispone di un parco automezzi vetusto ed inefficiente. La situazione che viviamo, però, non è da ritenersi un’emergenza. Emergenza è un evento calamitoso, un terremoto, un’alluvione, non certo gli incendi di sterpaglia, macchia o interfaccia urbano rurale che sono una consuetudine nella nostra provincia. Non possiamo parlare di minaccia imprevista, ma forse di colpe ascrivibili all’impreparazione ed alla superficialità con cui gli apparati istituzionali continuano ad affrontare il problema», accusano i sindacati che sono pronti ad incontrare il prefetto per spiegare meglio le varie problematiche.

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