Lecce, la terza consulta comunale incalza: «Andiamo a 30 all’ora». Ma c’è pure chi lo considera uno «spot ideologico»

Esplode il dibattito sul limite di trenta chilometri all’ora in città. La Terza consulta comunale sposa la proposta di LeccePedala e chiede al sindaco Carlo Salvemini una città con limite di velocità nei quartieri di 30 chilometri orari per ridurre l’inquinamento dell’aria, l’impatto acustico del traffico e i consumi di carburante con una conseguente riduzione degli incidenti. È la città che immaginano e chiedono Ma c’è chi non è d’accordo con questa visione. Come ad esempio il consigliere comunale Andrea Pasquino, per il quale si tratta di «una decisione generalizzata che rappresenterebbe solo uno spot ideologico. Bisogna intervenire esclusivamente dov’è necessario». Molto critico anche il consigliere Gianmaria Greco. «Occorre valutare la situazione strada per strada e quartiere per quartiere. Altrimenti si rischia solo di intasare il traffico».

La campagna, lanciata da LeccePedala, adesso ha anche l’appoggio unanime della Terza consulta comunale.

«Una città 30 è una città più vivibile per tutti. La Terza consulta chiede al sindaco di assumere politicamente l’impegno verso una città 30 chilometri orari, avviando un percorso che produca questo auspicabile risultato», dichiara l’avvocato Alessandro Presicce, presidente della Terza consulta comunale.

«Lecce continua ad essere soffocata dal traffico automobilistico anche secondo le statistiche del rapporto di Inrix (società statunitense che fornisce dati basati sulla posizione e analisi software) con il suo report Global Traffic Scorecard 2022: in media ogni automobilista a Lecce ha perso in un anno ben 25 ore incolonnato nel traffico nel 2022, tra i gas di scarico e gli inevitabili disagi. Sempre secondo lo stesso rapporto la velocità media in città nell’ultimo miglio si aggira intorno a poco più di 20 chilometri orari», affermano i componenti di LeccePedala.

«Immaginare Lecce a 30 chilometri orari è pensare a una città costruita attorno ai bisogni delle persone, specialmente quelle più vulnerabili, bambini, anziani e persone con disabilità. Abbassando il limite di velocità nelle città da 50 a 30 chilometri orari aumentano i vantaggi per tutti: sia sotto il profilo della sicurezza sia per quanto riguarda la vivibilità delle strade. Innanzitutto si riduce il numero e la gravità degli incidenti (lo spazio di arresto di un’auto che va a 30 chilometri è di 30 metri e in caso di impatto con un pedone quest’ultimo in 9 casi su 10 sopravvive; andando invece a 50 chilometri orari lo spazio di arresto è più del doppio, 63 metri, e un pedone colpito 9 casi su 10 non sopravvive). E ancora: meno inquinamento dell’aria, meno stress e meno rumore, un maggiore valore degli immobili, più socialità. Inoltre è il caso di sottolineare che l’abbassamento della velocità massima da 50 a 30 non comporta affatto un abbassamento della velocità media e quindi della rapidità effettiva di movimento delle persone, anche di quelle che lavorano», sostengono da LeccePedala.

«Lecce città 30 non è solo l’introduzione di un limite di velocità (con esclusione delle arterie di scorrimento dove resterebbe il limite di 50 chilometri orari), ma una serie di accorgimenti per moderare la velocità del traffico. Abbassare il limite in città disincentiva l’uso delle auto in favore della mobilità attiva e sostenibile, incentivando l’uso dei bus, delle bici e degli spostamenti a piedi. Così diminuendo il numero delle auto, si può ridefinire lo spazio pubblico, allargando i marciapiedi e recuperando aree da destinare a verde pubblico. Infine liberare le strade dalle auto in sosta (parcheggiate per oltre il 90 per cento del loro tempo di vita) consente di riconvertire lo spazio per il commercio di prossimità, facendo muovere l’economia locale», concludono i promotori dell’appello.

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