Lecce, il lavoro online nasconde la truffa: Gianni e Rosa vittime del “money mule”

Si chiama money mule, letteralmente “mulo di denaro”, la recente truffa online che estorce denaro dietro l’illusione di facili guadagni per lo svolgimento di un semplice lavoro online. Ne sono state vittime anche Gianni e Rosa, che avevano risposto a un annuncio di lavoro.

Il money mule

«Il fenomeno del money mule – spiega Marco Schirosi, commissario capo della polizia di Stato, dirigente della sezione operativa distrettuale per la sicurezza cibernetica di Lecce – si riferisce, in senso stretto, a tutti quei casi che vedono coinvolti soggetti, adescati più o meno consapevolmente, che vengono spinti ad effettuare pagamenti per conto di altre persone, solitamente anonime, trattenendo per sé alcune commissioni. Grazie all’intestazione fittizia di uno strumento di credito, i reali percettori delle somme provenienti da illeciti riescono a nascondere le loro identità».

I casi

Non ne erano certamente a conoscenza Gianni e Rosa. In entrambi i casi, l’adescamento è avvenuto tramite messaggi WhatsApp e poi Telegram da un numero straniero. Gianni è stato contattato per mettere alcuni like su video Youtube. Dopo aver svolto il “lavoro”, ha ricevuto sul proprio conto un bonifico di 5 euro e ha deciso di proseguire. Da quel momento i “criminali” gli hanno chiesto di pagare per poter avere nuove commesse, denaro che gli sarebbe stato restituito con la commissione del 30%. Stessa sorte per Rosa, che invece doveva fare degli ordini attraverso una piattaforma, per poi ricevere i soldi investiti più una commissione. Illusione di un bonifico iniziale di 3 euro e poi l’invito a comprare commesse per poter lavorare. In entrambi i casi le vittime sono state derubate di un centinaio di euro.

I numeri nel 2023

«Proprio per la possibilità di declinarsi in una serie indeterminata di condotte – conferma Schirosi – non è facile tenere una statistica completa del fenomeno. Possiamo dire, però, a titolo di esempio, che nella Provincia di Lecce, nel 2023, si sono registrati 8 casi connessi al fenomeno delle truffe romantiche e 63 casi di truffe da trading online». Oltre a dubitare da lavori che offrono facili guadagni, il suggerimento della Polizia Postale è quello di non cliccare mai su link sospetti e diffidare sempre da persone che non si conoscono direttamente e che chiedono denaro o documenti.

«Nel caso, invece, la truffa fosse già stata consumata – conclude Schirosi – è consigliabile attivarsi per evitare danni ulteriori, per esempio notiziando il proprio istituto di credito, e rivolgersi alla Polizia Postale per formalizzare una denuncia».

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