Automezzi del 118 usurati e vecchi, pazienti costretti a viaggi della speranza con ammortizzatori usurati, barelle scadenti, vani sanitari logori con allestimenti sanitari lesionati e rumorosi, sedili rotti e cinture rovinate. E ancora, gravi carenze di infermieri e oss nel reparto di Malattie Infettive dell’ospedale “Vito Fazzi” di Lecce. La sanità salentina è in ginocchio, completamente devastata dai tagli che si sono perpetrati negli anni, secondo le denunce dei sindacati.
Mezzi obsoleti
«Si assiste ormai da tempo ad una situazione drammatica che coinvolge il sistema 118 e, in generale, il sistema emergenza urgenza dell’Asl di Lecce, soprattutto di Casarano, Gallipoli e Galatina che, da anni, è priva del suo mezzo primario a causa di un’avaria al motore», denuncia Antonio Piccinno, coordinatore sanità funzione pubblica Cisl Lecce. Il sindacalista va giù duro e spiega che, addirittura, gli autisti delle ambulanze vengono messi in ferie ogni volta che si verifica un guasto alle ambulanze. In questo periodo gli operatori sono costretti a lavorare con mezzi obsoleti, con oltre 200mila chilometri nel motore e con spazi e vani sanitari completamente inadatti ad accogliere in sicurezza i pazienti. Il sistema di aria climatizzata spesso non è efficiente e i problemi meccanici sono continui. Piccinno si chiede se le ambulanze sono idonee a svolgere il servizio e invoca una pronta verifica e sostituzione degli automezzi inadeguati.
I pazienti fragili
«C’è una grave carenza di infermieri e oss a Malattie Infettive del “Vito Fazzi”», denuncia Francesco Perrone, segretario regionale del sindacato Fsi-Usae. Il personale è costretto a lasciare il servizio con circa due ore di ritardo, soprattutto dopo il turno notturno, con il rischio di incorrere in incidenti stradali a causa della stanchezza. Malattie Infettive è l’unico reparto specialistico del Leccese che presta assistenza a pazienti particolarmente fragili. «Chiediamo ai vertici dell’Asl di Lecce di avviare urgentemente le procedure per incrementare il personale. Bisogna garantire i livelli essenziali di assistenza», avvisa Perrone.