Lecce e Brindisi nei piani del governo per il traffico merci Baltico-Adriatico

La commissione Trasporti della Camera propone alle istituzioni europee di prolungare il corridoio Baltico-Adriatico da Bari a Lecce, via Brindisi. È imminente la revisione del Regolamento Ue sulle reti transeuropee dei trasporti (Ten-T).

Nel testo licenziato nei giorni scorsi dai parlamentari e inviato anche al governo, è indicata anche la possibilità che Lecce venga qualificata come nodo urbano.

Gli esponenti del governo si dicono fiduciosi dell’accoglimento della proposta da parte delle istituzioni europee. D’altronde, fu proprio il viceministro Edoardo Rixi, durante la conferenza per la presentazione dei nuovi investimenti di Grimaldi su Brindisi a dicembre scorso – ad esprimere «la ferma intenzione di chiedere all’Europa di riconsiderare i corridoi logistici inglobando Brindisi e ciò nell’ottica di un corridoio orizzontale che da Est possa raggiungere la Sicilia, una volta realizzato il ponte sullo Stretto».

Il tema è di grande importanza per la città perché far parte di queste reti significa godere di canali prioritari nell’assegnazione degli oltre trenta miliardi previsti dai bandi europei per i trasporti da qui al 2026 e significa anche dare forza alla visione di Brindisi come nodo logistico-intermodale al servizio del Salento. Un cambio di paradigma rispetto al precedente governo. L’ex ministro ai Trasporti, Enrico Giovannini, nel corso di un Question Time negò la possibilità di allungare il corridoio Baltico-Adriatico fino a Brindisi e Lecce.

Il quesito venne posto in aula il 15 settembre del 2021 dal deputato di Fi Mauro D’Attis, il quale chiese se fosse possibile «allungare il corridoio fino a Lecce così da portare l’alta velocità fino alla Puglia meridionale». L’ex ministro fu categorico: «esiste un primo livello, definito core network, dato dai nodi urbani a maggiore densità abitativa e dai nodi intermodali di maggiore rilevanza. Ci sono da rispettare criteri di natura geografica, demografica, tecnica. Abbiamo avuto incontri con la Commissione europea: sulla base dei criteri elencati e in coerenza con l’obiettivo di inserire la dorsale adriatica nel core network, abbiamo proposto l’inclusione dell’infrastruttura ferroviaria e stradale della rete logistica fino a Bari». Niente spazio per Brindisi e Lecce, dunque. Ora, invece, per le due città pugliesi c’è una importante occasione.

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