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Le spese pazze delle Sanitaservice: dal 2020 in fumo 80 milioni

Restano sotto osservazione le sette Sanitaservice pugliesi dopo l’avvio dei controlli da parte della magistratura, ma soprattutto da parte della Regione Puglia e del Nirs, il nucleo ispettivo regionale guidato dall’avvocato Antonio La Scala. Sotto la lente l’aumento ingiustificato dei costi di funzionamento degli enti partecipati delle Asl pugliesi con un focus aperto anche alla…

Restano sotto osservazione le sette Sanitaservice pugliesi dopo l’avvio dei controlli da parte della magistratura, ma soprattutto da parte della Regione Puglia e del Nirs, il nucleo ispettivo regionale guidato dall’avvocato Antonio La Scala. Sotto la lente l’aumento ingiustificato dei costi di funzionamento degli enti partecipati delle Asl pugliesi con un focus aperto anche alla Sanitaservice del Policlinico di Bari. Secondo i primi dati esaminati dagli uffici regionali negli ultimi due anni, dal 2020 al 2022, le società avrebbero incrementato le voci di spesa di ben 80 milioni di euro. Una cifra enorme con diversi costi da giustificare, ad esempio l’acquisto di auto ed ambulanze, per queste ultime c’è anche una gara osservata dall’Anticorruzione su Bari. Ma altrove, come a Foggia Lecce, Taranto e Brindisi, anche disinfettanti, carburanti, spese di gestione, benefit e premi di produzione. Un capitolo a parte è poi quello delle assunzioni del personale con diverse anomalie registrate sinora su Bari e Lecce.

Il Nirs, in particolare, sta passando ai “raggi x” diverse infornate di dipendenti appartenenti a vari settori. In particolare 225 autisti di ambulanza, altrettanti soccorritori, 66 addetti alle pulizie full time ed altri 66 part time. L’aspetto da chiarire sono le modalità con cui sono stati assunti i lavoratori e la tempistica delle selezioni prima, e delle assunzioni poi. A quanto si apprende, il Nirs sta cercando di capire se siano state effettuate prima le assunzioni e poi l’acquisto dei mezzi di soccorso o viceversa. Ma, soprattutto, se risponda al vero la denuncia di un pentito che avrebbe raccontato dell’ingaggio su Bari di diversi esponenti appartenenti alle famiglie della malavita.

Fermo restando che non è vietato assumere persone sottoposte a provvedimenti giudiziari nel loro passato e che è un loro diritto lavorare, vanno valutate le procedure seguite. Ovvero se vi sia stata l’approvazione di un piano di fabbisogni, la previsione di apposite prove preselettive e di valutazione di titoli con l’apertura di un procedimento ad hoc. Sotto questo punto di vista saranno decisivi i bandi di assunzione chiesti dal Nirs alla società.

Stesso discorso per i patrocini legali esterni. La sanitaservice Bari, come le altre, non avendo avvocati interni, sostiene di aver rispettato le regole attenendosi alla short list di professionisti approvato dalla Asl Bari. Il problema, tuttavia, è che anche in questa circostanza si doveva seguire un percorso ben definito.

La Asl, ad esempio, con quale criterio ha compilato la short list? C’è stato un esame preventivo ed accurato dei curriculum dei professionisti? È stato adottato un sistema fisso di rotazione fra gli avvocati esterni selezionati? Ma, soprattutto, è stata fatta una valutazione attenta dell’opportunità di attingere dall’esterno?

Al momento i primi rilievi farebbero emergere un favour verso alcuni studi a danno di altri con una serie di nomi, sempre gli stessi, che avrebbero beneficiato dell’assegnazione degli incarichi. In generale pare che su un elenco di una trentina di nomi presenti nella short list della Asl sarebbero stati estratti puntualmente non più della metà con costi e tariffari al momento non ancora resi noti.

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