Lavoro: i sindacati dal palco di Potenza, “risposte dal Governo o la mobilitazione continua”

“Grazie alla lotta contro il nazifascismo e alla conquista della democrazia e della libertà il 1.º maggio è tornato ad essere una festa in tutto il Paese, mentre il fascismo l’aveva cancellata, è il momento di non perdere questa memoria”, sono alcune delle parole di Landini, segretario generale della Cgil, pronunciate oggi a Potenza nel corso della manifestazione organizzata dai sindacati confederali per il Primo Maggio. “Ho trovato non troppo rispettoso decidere di fare un Consiglio dei ministri il primo maggio – ha poi rimarcato – Pensare al lavoro, ai lavoratori, vuole dire mettere al centro il lavoro non un giorno all’anno, ma tutti i giorni. I provvedimenti decisi dal governo non vanno nella direzione da noi richiesta. Noi continueremoa la mobilitazione unitaria e, se non avremo risposte, siamo pronti tutti insieme a continuare la mobilitazione fino a quando non avremo ottenuto i risultati di cui abbiamo bisogno . Per noi la Costituzione non è solo da celebrare per i 75 anni, è il riferimento per cambiare il Paese e fare le riforme. 

Al suo intervento è seguito quello del segretario generale della Cisl, Luigi Sbarra, che ha aggiunto: “Per eliminare lo sfruttamento. Per avanzare sul terreno delle tutele e dei diritti. Per rendere il lavoro, sempre di più, un’attività umana degna. È questo che oggi noi vogliamo affermare. La dignità del lavoro. Il lavoro come partecipazione di ognuno alla crescita della comunità. Lavoro che deve crescere in qualità e quantità. Il cui sviluppo, come ha detto solo due giorni fa il presidente Mattarella, deve essere”.

“Percepiamo tutti i giorni il tentativo di imbavagliare le forze sociali, di deleggittimare chi vi dice che non è d’accordo. Lo fate spesso riconoscendo quei sindacati che firmano contratti al ribasso. Ma non ci riuscite, la mobilitazione continua, il 6 a Bologna, il 13 a Milano, il 20 a Napoli. Spetta a noi fare in modo che certi articoli” della Costituzione “non nominano lettera morta, inchiostro sulla carta. In questo senso la resistenza continua. E dopo 75 anni la resistenza doveva”, ha poi concluso il segretario generale della Uil, Pierpaolo Bombardieri, dal palco del Primo Maggio.

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