Lavoro e parità di genere, lo squilibrio resta alto: in Lucania solo il 22,5% dei dirigenti è rappresentato da donne

Se il mondo del lavoro arranca in tutta Italia, in Basilicata ancora di più. A fotografare la situazione della Regione è il report Insp sui dati del 2022. Lavoro e parità di genere non crescono all’unisono. Un traguardo ancora molto lontano a livello dirigenziale, per la previdenza e i salari.

Il report

Dall’analisi effettuata dall’Insp emerge che in Lucania solo il 22,5% dei dirigenti è rappresentato da donne in confronto 77,45% di uomini. Un dato in crescita rispetto al passato ma comunque molto lontano da altre regioni italiane. Tra gli impiegati invece, il numero di donne supera il 50%, un dato che dimostra quanto sia complicato fare carriera per le donne.

Una differenza che ricade sugli investimenti e sulla ricchezza delle famiglie è sicuramente il salario. Le lavoratrici percepiscono circa 10mila euro in meno all’anno rispetto agli uomini. Il gap si allarga tra i dirigenti superando i 30mila euro di differenza tra dirigenti maschi e femmine. Un’inversione di rotta si è vista invece in Basilicata con la richiesta di congedi parentali: nel 2022 in Basilicata sono stati 1600 gli uomini, tra i 30 e i 39, che ne hanno fatto richiesta, tutti rigorosamente con contratti a tempo indeterminato.

Il convegno a Matera

Proprio su questi temi è stato organizzato ieri mattina nella Camera di commercio di Matera l’evento “Equità certificata: verso un futuro di parità di genere”, in collaborazione con le direzioni regionali di Inps, Inail e Itl e la consigliera regionale di Parità, con l’obiettivo di promuovere l’uguaglianza di genere nelle organizzazioni moderne attraverso politiche e pratiche concrete coinvolgendo esperti e professionisti del settore in un dibattito costruttivo e orientato all’azione.
Dall’inizio dell’anno sono state numerose le mamme che hanno denunciato l’impossibilità di fare carriera. La “causa”, anche se così non dovrebbe essere, era proprio quella di riuscire a crescere i figli.

«In Basilicata servono più servizi che aiutino le donne ad affermarsi sul luogo di lavoro. Siamo stanche di accettare solo contratti part-time o addirittura di doverci licenziare per poter crescere i nostri figli. Lavorare è un nostro diritto e lo è altrettanto ricevere uno stipendio adeguato alle nostre competenze», commenta una mamma residente a Matera.

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