L’antico manoscritto del 1513 torna nella sua Bisceglie: sanciva la libertà della città

Il “Pateat Universis”, antico manoscritto pergamenaceo datato 1513, fa finalmente ritorno a Bisceglie dopo un accurato restauro conservativo. Il sindaco di Bisceglie Angelantonio Angarano e l’assessore alla Cultura, Emilia Tota, hanno infatti ritirato lo storico documento dall’Archivio di Stato di Bari nel corso di un incontro con il direttore, Adriano Buzzanca.

L’antico codice simboleggia la conquista della libertà di Bisceglie poiché reca il privilegio della Città, conquistato a caro prezzo, di sottrarsi al sistema feudale, con tutte le limitazioni che comportava, e di essere assoggettata solo al Regio Demanio. Il prezioso manoscritto, tornato in possesso del Comune nel 2013, versava in mediocre stato di conservazione ed è stato così necessario un intervento conservativo autorizzato dalla Soprintendenza Archivistica e Bibliografica della Puglia e Basilicata ed eseguito dalla dottoressa Martina Moroni del Laboratorio di Restauro dell’Archivio di Stato di Bari, in collaborazione con il Dipartimento di Studi Umanistici e quello di Scienze della Terra e Geoambientali dell’Università di Bari “Aldo Moro”, a coronamento di una proficua interlocuzione avviata dall’amministrazione Angarano già nel 2018.

«Siamo felici e orgogliosi di aver contribuito a preservare un pezzo pregiatissimo della nostra storia, un documento di inestimabile valore che testimonia il coraggio e la determinazione di Bisceglie nel perseguire la propria autonomia e libertà – ha dichiarato il sindaco Angarano -. Poter ammirare il “Pateat Universis” e riportare a casa questa preziosa testimonianza è una emozione indescrivibile. Con le dovute cautele, esporremo il manoscritto nella biblioteca comunale “Mons. Pompeo Sarnelli”, dove i lavori di riqualificazione sono terminati e stiamo ottemperando alla gestione, con l’obiettivo di riaprire quanto prima. Il nostro intento – ha sottolineato il primo cittadino di Bisceglie – è che il recupero del “Pateat Universis” sia solo l’inizio di un nuovo corso di recupero valorizzazione del nostro patrimonio storico e culturale di maggiore pregio, per poterne agevolare la fruizione collettiva. Un caloroso ringraziamento va al direttore dell’Archivio di Stato di Bari, Adriano Buzzanca, e ai predecessori Antonella Pompilio e Michele Grimaldi, che hanno reso possibile il recupero del manoscritto. La nostra gratitudine – ha concluso il sindaco Angarano – va altresì al Laboratorio di Conservazione e Restauro e alla dottoressa Moroni, alla Soprintendenza Archivistica e Bibliografica della Puglia e Basilicata, al Dipartimento degli studi umanistici e al Dipartimento di Scienze della Terra e Geoambientali dell’Università di Bari “Aldo Moro”».

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