Non solo il caro prezzi potrebbe indurre a scegliere la montagna anziché il mare per questa estate. L’acqua del Mediterraneo si sta riscaldando ed ecco il proliferare di alghe e strani esseri.
I primi ad accorgersene, qualche mese fa, sono stati i pescatori che si sono ritrovati con le reti, tirate a terra, piene di “vermi di fuoco”, con mille aculei, dai colori sgargianti, capaci di riprodursi se tagliati in due, adesso potrebbe essere la volta dei bagnanti, perché il vermocane fa paura per questa stagione estiva in Calabria, Puglia e Sicilia. Il cambiamento climatico, il calore del mare li fa riprodurre a dismisura. E l’allarme non è irrazionale perché anche l’ Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica sperimentale è corsa ai ripari con una campagna divulgativa.
Il verme di fuoco, chiamato così dai pescatori, ha corpo di setole con una livrea sgargiante ha tossine urticanti che, se si sente in pericolo, può anche scagliare. E’ lungo dai 20 ai 30 centimetri, ed è un polichete che facilmente si riproduce, vive tra gli scogli, nelle praterie di posidonia, ma anche tra la sabbia. L’unica cosa da fare non è tagliarlo in due, ma stargli lontano. Quando viene in contatto con un umano provoca dolore, bruciore, edemi, prurito e addirittura intorpidimento.
Il mare di Puglia, si prevede che ne sarà invaso ed è probabile, che farà compagnia all’alga tossica, sottile, filamentosa, morbida come velluto, ma micidiale perché può arrivare anche a provocare febbre, vertigini, mal di gola, mal di testa.
Ci sono state vacanze rovinate dal proliferare delle alghe, è accaduto a Campo Marino, nel tarantino, a Torre Canne, ma anche ad Apani in provincia di Brindisi, Torre Columena e Leporano nel Tarantino. Accadrà di nuovo quest’estate, lo annuncia l’Arpa che ha attivo il monitoraggio per la stagione estiva, allo scopo di verificare, in alcuni tratti costieri destinati alla balneazione, la presenza qualitativa e quantitativa della microalga, potenzialmente tossica.
L’Agenzia è controllerà costantemente da giugno a settembre – con frequenza quindicinale – venti siti, distribuiti sull’intero territorio regionale e rappresentativi della tipologia costiera potenzialmente interessata dalla presenza della specie. Quest’anno l’Arpa dovrà occuparsi anche del vermocane e, soprattutto dovrà iniziare subito una campagna di stampa per informare i pugliesi e i turisti anche della novità.