«L’agricoltura sta morendo»: centinaia di agricoltori dalla Puglia a Bruxelles contro le politiche europee

Stamani tremila agricoltori italiani iscritti a Coldiretti, centinaia dei quali provenienti dalla Puglia, manifesteranno a Bruxelles contro la Politica agricola comune (Pac). Con loro, alcune decine di trattori e una nutrita presenza nella stessa piazza di associazioni di categoria provenienti da diverse parti dell’Unione europea, tra cui la Spagna con gli iscritti ad Asaja, il Portogallo sotto la sigla Cap e i padroni di casa del Belgio aderenti a Fwa: «Si uniranno ai colleghi italiani per trasformare le proteste in proposte concrete», ha detto il presidente nazionale dei berretti gialli, Ettore Prandini, annunciando la trasferta.

La manifestazione non sarà come quella spontanea di tre settimane fa quando nella capitale belga, davanti ai Palazzi dell’Unione europea furono appiccati roghi e abbattuta una statua. Oggi i coltivatori sfileranno pacificamente dalla stazione Luxembourg fino a Rue de la Loi, dove sorgono gli edifici della Commissione e del Consiglio europei. È stata scelta questa data perché è in programma la riunione di Agrifish, vertice periodico tra i ministri dell’Agricoltura dei Paesi aderenti all’Ue e tra le intenzioni dei manifestanti di parte italiana c’è quella di consegnare al ministro Francesco Lollobrigida, che incontreranno insieme ad alcuni eurodeputati italiani, un dossier con l’elaborazione delle proposte di modifica e di riforma della Pac elaborate dal centro studi di Coldiretti.

Contestualmente, sempre a Bruxelles, si terrà, nella sede di Copa-Cogeca, l’assemblea di Confagricoltura, chiamata a definire anch’essa le proposte alle istituzioni dell’Unione «per dare risposte efficaci e urgenti ai problemi del settore», afferma il presidente Massimiliano Giansanti. «In ambito europeo – aggiunge il leader degli imprenditori agricoli – l’attenzione è rivolta in particolare alla semplificazione burocratica, alla reciprocità delle regole negli accordi commerciali con i Paesi terzi, ai controlli più efficaci sulle importazioni, al recupero del valore reale degli aiuti diretti della Pac decurtato dall’eccezionale aumento dell’inflazione, alla contrazione dei prezzi».

Sono, però, le parole di Prandini, raccontate nel corso di una diretta televisiva di ieri mattina, che hanno meravigliato molti osservatori. Secondo il presidente della Coltivatori diretti, «l’ipotesi che dietro le proteste degli agricoltori – quelle spontanee che da due mesi sono organizzate in diverse parti d’Italia con blocchi stradali e sfilate di trattori – ci siano infiltrazioni dalla Russia è concreta. Lo ipotizzano i servizi segreti francesi, ma qualche infiltrazione l’abbiamo avuta anche in Italia». Un ragionamento, quello di Prandini, che tenta di spiegare le spinte di un movimento, quello degli autonomi, che non ha voluto relazioni con le organizzazioni di categoria, le quali, come ha fatto soprattutto Coldiretti, hanno risposto organizzando in modo capillare assemblee di iscritti in moltissime città da Nord a Sud per spiegare quel che le stesse associazioni hanno fatto e soprattutto la necessità di avere interlocuzioni con le istituzioni.

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