La sede centrale della soprintendenza archeologica subacquea rimane a Taranto. «Siamo contenti – dice il consigliere comunale d’opposizione Gianni Liviano – ma il problema non è affatto risolto in quanto il decreto del 2019, quello che istruiva la soprintendenza archeologica per i beni subacquei, attribuiva al sovrintendente pieni poteri per la cosiddetta Sabap, la soprintendenza archeologica per i beni architettonici e paesaggistici. Per intenderci – spiega Liviano – i beni che stanno in superficie. Adesso, dopo lo scongiurato spostamento a Napoli, la sede rimane a Taranto ma il sovrintendente viene privato dell’autonomia di valutazione dei beni di superficie che invece passerebbe a Lecce. Questo resta un serio problema da risolvere. Bisogna evitare che le competenze di valutazione passino alla città del barocco. Auspico che i nostri parlamentari si attivino immediatamente».
Il conflitto di competenze
«È una soluzione sbagliata – dichiara Vito De Palma deputato di Forza Italia – non è coerente avere la sede in un luogo e le competenze sui beni di superficie in un’altra. Questo anche in previsione del decreto casa che vedrà tutto il territorio interloquire con la soprintendenza. Taranto – ribadisce De Palma – non deve essere considerata solo la città dell’acciaio ma per la sua storia millenaria merita di essere valorizzata e dunque avere entrambi gli uffici. Chiederò a breve un incontro al ministro Alessandro Giuli affinché la questione venga risolta definitivamente».
Le reazioni in città
«Accogliamo positivamente il cambio di rotta del nuovo ministro alla Cultura rispetto a quanto delineato dal dimissionario Gennaro Sangiuliano – commenta Nello Di Gregorio presidente associazione Nobilissima Taranto – fermo restando che Taranto rimane la sede centrale (a livello nazionale) della soprintendenza archeologica subacquea solleciteremo il ministro Giuli affinché venga scongiurato il trasferimento di competenze a Lecce in materia di archeologia, belle arti e paesaggio del territorio di Taranto». Venerdì nuova riunione con le cinquanta associazioni che hanno scritto al ministero.
Gli aspetti occupazionali
«La nota del ministero non chiarisce appieno il punto nodale posto dai sindacati per i lavoratori», lamentano Mimmo Sardelli e Giovanni D’Arcangelo, della Cgil di Taranto. «Non è chiara la composizione della pianta organica in vista dell’eventuale spostamento a Lecce, che ci auguriamo non avvenga».