La riforma Cartabia e le sue interpretazioni: a Bari la vicepresidente dell’Unione delle camere penali

I temi della riforma Cartabia, con tutte le sue interpretazioni pratiche, a seconda delle procure, quello della separazioni delle carriere e infine quelli della prescrizione. Sono i punti su cui ha relazionato la vice presidente dell’Unione camere penali italiane Paola Rubini, intervenuta a Palazzo di giustizia durante la tre giorni di votazioni per il rinnovo della Camera penale di Bari.

Per quanto riguarda la separazione delle carriere, la penalista ha annunciato che il progetto dell’Unione è all’attenzione della commissione affari costituzionali, e che il testo dovrebbe essere pronto per settembre: «Nel frattempo – ha aggiunto -. Attendiamo con fiducia, ma non abbassiamo la guardia. Barricate a prescindere, senza confrontarci sul testo, ha poco senso».

I punti salienti della riforma Cartabia, nella relativa applicazione, riguardano in particolare l’obbligo per l’imputato di eleggere domicilio presso il proprio avvocato e le impugnazioni in appello: «Sono diverse le interpretazioni della norma, le problematiche sono affrontate in modi divergenti con interpretazioni che dire creative è un eufemismo. È necessario segnalarlo con un documento, ci sono una serie di anomalie che vanno rettificate. C’è un grandissimo rischio di errore giudiziario. La norma serve per fare calare l’arretrato in corte d’appello, ma eliminare alla radice le impugnazioni è sbagliato. È incredibile come molto spesso la persona sottoposta a processo sia in numero e non una persona».

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