Poche risorse per la scuola, senza dimenticare la reintroduzione dei voucher e il rafforzamento del precariato nel mondo del lavoro: sono alcune delle ragioni che domani alle 10 spingeranno migliaia di studenti pugliesi a tenere un flash mob in piazza Cesare Battisti, a Bari, in vista dello sciopero generale di mercoledì proclamato dai sindacati per protestare contro la manovra finanziaria del governo Meloni.
«Per il lavoro dei giovani non è previsto niente: niente per dare una risposta ai Neet, che nella nostra regione sono il 30%, niente per i salari, che nel nostro Paese non crescono da 30 anni – sottolinea Vittorio Ventura, coordinatore pugliese della Rete della Conoscenza – L’unica misura prevista è la reintroduzione dei voucher che rischiano di aprire la strada a nuove e intense forme di sfruttamento e non fanno altro che acuire la precarietà diffusa nel contesto lavorativo giovanile». Sulla scuola, secondo i rappresentanti degli studenti, il Governo fa ancora peggio: «500 milioni non sufficienti per risanare l’istruzione pubblica, raddoppiamento dei fondi destinate alle scuole private e paritarie, eliminazione di 700 istituti scolastici nel nuovo dimensionamento – aggiunge Stefano mariano, coordinatore dell’Unione degli studenti in Puglia – Tra le tante cose sbagliate nel gioco di spostamento di voci di spesa sparisce l’educazione ambientale. Sono scelte ben lontane da quello che servirebbe davvero: fondi per l’edilizia per ristrutturare e rendere sicure tutte le scuole, una legge quadro nazionale sul diritto allo studio che garantisca i livelli essenziali della prestazione, un modello di istruzione integrata».
Al flash-mob di domani prenderà parte anche Pino Gesmundo, segretario generale pugliese della Cgil, che giudica la manovra finanziaria del governo Meloni «sbagliata, iniqua, divisiva». «Dove è finita la centralità del lavoro, il sostegno ai salari, di cui tutti parlavano? – chiede Gesmundo – Nei primi sei mesi del 2022 sono stati attivati 598mila rapporti di lavoro, ebbene oltre 540mila di questi sono a tempo determinato e con forme precarie e atipiche. Significa salari poveri e quasi ovunque aggiramento delle norme: contratti di 4 ore e tempo lavoro dilatato, scarso potere contrattuale nel rivendicare magari misure di sicurezza. C’era un solo modo per fare peggio e il Governo l’ha trovato reintroducendo i voucher».
Critiche condivise, tra gli altri, dal governatore Michele Emiliano, dall’economista Gianfranco Viesti, dal coordinatore regionale di Libera don Angelo Cassano e dal professore universitario Luciano Canfora: personalità che hanno già aderito all’appello lanciato dalla Cgil in vista di mercoledì, quando migliaia di persone si ritroveranno a Bari col leader nazionale Maurizio Landini per dire no alla manovra.