La provocazione del sindaco di Trani: «Netflix rifletta e dedichi una serie a Giustina Rocca»

A Netflix «direi di pensare di fare una serie tv sulla vera prima donna avvocata: Giustina Rocca. Mi rendo conto che il dato dell’iscrizione all’ordine degli avvocati poteva essere per loro un punto di riferimento ma penso sia ancora più bello evidenziare che già nel Cinquecento una figura femminile aveva invaso una professione che, fino a quel momento, era di esclusiva prerogativa maschile. Netflix dovrebbe quindi fare una riflessione più profonda».

È la provocazione lanciata dal sindaco di Trani Amedeo Bottaro al colosso delle serie tv a margine della presentazione del progetto “Giustina Rocca”, promosso dalle associazioni Marluna Teatro e Miranfù Beebliocar, per valorizzare la figura ritenuta dal Comune come la prima donna avvocata della storia.

Il riferimento è in particolare alla serie dedicata a Lidia Poët (1855 – 1949) definita dalla società di streaming la prima avvocata d’Italia e visibile da quasi due mesi. «Non poteva che essere di Trani la prima donna avvocata», ha continuato il primo cittadino spiegando che «le tradizioni giuridiche della nostra città sono sotto gli occhi di tutti, ricordo che era l’unica corte di appello di Puglia ed era la terza in Italia per importanza».

«Il progetto – ha aggiunto – mira a restituire il giusto affermando che la prima donna avvocata non era di certo quella dell’Ottocento che era la prima iscritta all’ordine degli avvocati. Ordine che nel Cinquecento non esisteva». Come spiega Enzo Covelli, co-organizzatore del progetto, «abbiamo in animo di fare tre cose: uno spettacolo dedicato a Giustina Rocca, una pubblicazione dedicata alla sua figura e un itinerario turistico gestito da una guida sui luoghi più importanti legati alla sua bibliografia. E per farlo abbiamo scelto lo strumento del crowdfunding tramite la piattaforma Eppela, quindi finanziarci dal basso e cercare di coinvolgere tutta la cittadinanza».

La prima donazione è arrivata dal sindaco che ha invitato tutte le associazioni e i cittadini a contribuire. «Ci sembrava doveroso farle questo tributo specie dopo che la Corte di giustizia europea le ha dedicato una delle tre torri, la più alta, a Strasburgo», ha concluso Covelli.

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