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La prestigiosa rivista tedesca “Falstaff” incorona il Primitivo di Manduria: «Un vino che sa stupire»

Gar nicht Primitiv, titola così, Per niente Primitivo, la prestigiosa rivista, pubblicata in Germania e Austria e in tutti i paesi di lingua tedesca, Falstaff, un magazine che tira oltre 150 mila copie ed è considerata la Bibbia per i gourmet dei paesi nordici, soprattutto tra gli appassionati di vino e in particolare di vino…

Gar nicht Primitiv, titola così, Per niente Primitivo, la prestigiosa rivista, pubblicata in Germania e Austria e in tutti i paesi di lingua tedesca, Falstaff, un magazine che tira oltre 150 mila copie ed è considerata la Bibbia per i gourmet dei paesi nordici, soprattutto tra gli appassionati di vino e in particolare di vino italiano.

Nel numero in edicola, pubblicato nel mese di agosto, un ampio servizio è dedicato al vitigno originario di Manduria, il Primitivo, anche se ormai è coltivato in tutta la regione Puglia e imbottigliato dalle migliori cantine del Tacco d’Italia.

Secondo gli inviati dalla Germania, sul gradino più alto delle bottiglie assaggiate e recensite, con 98 punti, c’è una Riserva 2019 delle Tenute Chiaromonte, mentre un punteggio di 95 è assegnato all’Igt 2021 di Gianfranco Fino, questo sì prodotto nella città d’origine di un uvaggio che Falstaff definisce “un vino, il Primitivo, che sa stupire con il suo ricco fruttato, la sua pienezza e i tannini levigati”.

Per i sommelier tedeschi, al terzo posto con 94 punti c’è Tormaresca, una delle realtà enologiche più grandi della Regione, di San Pietro Vernotico, con una Doc del 2019, a pari merito con un’altra bottiglia di Tenute Chiaromonte, una Doc del 2020, definita “elegante e di colore rubino”. Segue Polvanera, altra etichetta nota di vini pugliesi, che totalizza 93 punti con un Primitivo di Gioia del Colle del 2020, insieme a Palombara, doc 2021, di Tenute Rubino di Brindisi, Imperio LXXIV di Feudo Croci, Visellio sempre di Tenute Rubino e a Muro ancora di Tenute Chiaromonte.

A ridosso dei produttori salentini e a pari merito con Torrevento di Corato, con una definizione che spiega come sia “un vino morbido, dal colore rubino con riflessi viola e con retrogusto di lampone e vaniglia”, si posiziona il Vriccio Igt 2021 di Antica Enotria, un’azienda agricola e una cantina nel territorio del Tavoliere, nelle campagne di Cerignola, che lavora solo prodotti biologici, tra cui appunto le uve di Primitivo.

Insomma, secondo i tedeschi in tutta la Puglia si produce un “Primitivo che sa convincere e che ha molto da offrire” e che viene ritenuto dai sommelier teutonici “profondo e complesso”. Soprattutto, però, è quel vino che rappresenta il territorio nel suo complesso essendo, come gli stessi autori di Falstaff confermano, coltivato e imbottigliato in tutta la regione e non solo in un’area come accade ad esempio con il Nero di Troia che ha la sua produzione maggiore nella parte nord della Puglia, in particolare tra le province di Foggia e di Bat. Il Primitivo, quindi, stando a quanto si legge nelle pagine dedicate dalla rivista tedesca è un altro dei punti di forza di un territorio che, nonostante i rincari, resta sempre una delle mete più ambite dai viaggiatori internazionali: anche per le sue eccellenze enogastronomiche, che non sono più primitive.

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