L’icona della madonna di Mellitto arriva in Africa. A portarcela sono stati due giovani ragazzi che, per scelta e per fare la differenza, hanno deciso di impiegarsi in un’azione umanitaria, portando con sé questo piccolo ma significativo regalo.
Non sono frati, né missionari ma, ci tengono a precisarlo, due ragazzi che hanno voluto andare in aiuto ai più poveri dei poveri. Non è la prima volta che i due ragazzi, originari di Grumo Appula, si sono recati in Africa, ma per la prima volta portano con loro un’ospite molto speciale e prezioso.
«Non siamo preti – affermano – non siamo frati, non siamo missionari, siamo solo due ragazzi che per la seconda volta hanno vissuto una bella esperienza in Africa. Ci teniamo a dirlo, e a mantenere l’anonimato suoi nostri nomi, perché non vogliamo farci pubblicità e riteniamo che non sia necessario essere necessariamente religiosi per poter compiere un’azione umanitaria».
Il villaggio africano dove hanno prestato il loro aiuto è quello di Manga Be Nosy Be, esattamente in un povero orfanotrofio di bambini orfani e disabili, gestito da una comunità di religiose cattoliche.
«Le opere di carità e solidarietà che abbiamo fatto – spiegano – di certo non stiamo qui ad elencarle e forse a molti neppure interessa. Quello che invece ci farebbe piacere comunicare a tutti, è la presenza di un quadro della nostra Madonna di Mellitto nella piccola e povera cappellina ”Stella Maris” all’interno dell’istituto. Un gemellaggio un po’ diverso dal solito, ma pur sempre gemellaggio».
La scelta di portare l’icona con sé nel lungo viaggio è stata dettata dal voler far conoscere un po’ delle loro tradizioni anche in un luogo così lontano.
«Il piccolo volto luminoso della Madonna di Mellitto – fanno sapere – ora sorride ai bambini dell’orfanotrofio. Grazie mille a quanti hanno creduto e collaborato con noi, un nome tra tanti, l’amico Mirko Ventrella, che ha creduto nel progetto, ai suoi consigli, al dono della Icona che fece benedire a Roma dal cardinale Angelo Comastri e oggi è stata intronizzata in questo posto. Di certo qui ritorneremo, perché alla fine il sorriso di questi bimbi ha arricchito noi».