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La Life Support in viaggio verso Brindisi, a bordo 105 migranti: «Molti con segni di violenze subite»

Uno stato generale di disidratazione e diversi casi di ustioni cutanee causate dalla miscela tra acqua di mare e carburante. Sono iniziate a bordo della Life Support le visite sanitarie dei 105 naufraghi soccorsi lunedì sera in acque internazionali di fronte alla Libia. Si tratta di 59 uomini, 17 donne (di cui una al settimo…

Uno stato generale di disidratazione e diversi casi di ustioni cutanee causate dalla miscela tra acqua di mare e carburante. Sono iniziate a bordo della Life Support le visite sanitarie dei 105 naufraghi soccorsi lunedì sera in acque internazionali di fronte alla Libia.

Si tratta di 59 uomini, 17 donne (di cui una al settimo mese di gravidanza), 4 bambini accompagnati e 25 minori non accompagnati. Arrivano da Nigeria, Gambia, Costa d’Avorio, Guinea Conakry, Sudan, Camerun, Mali, Mauritania, Sierra Leone, Chad, Eritrea, Burkina Faso.

L’imbarcazione su cui viaggiavano era partita da Zwara, in Libia, alle 2 del pomeriggio del 6 marzo. La nave di Emergency è attesa venerdì mattina a Brindisi, assegnato dal Viminale come porto sicuro di sbarco.

«Non abbiamo rilevato casi di gravità clinica particolare, c’è uno stato generale di disidratazione – spiega Roberto Maccaroni, responsabile sanitario Life Support -. Occorre considerare che queste persone arrivano alla partenza già in una situazione di alimentazione e di idratazione del tutto inadeguata, che viene aggravata da un viaggio in mare, in questo caso di 12-14 ore, senza bere».

Oltre ai diversi casi di ustione, «per fortuna circoscritti ad alcune aree cutanee», sottolinea Maccaroni su alcuni naufraghi sono visibili ferite riconducibili a possibili violenze subite. «In alcuni pazienti abbiamo rilevato delle condizioni di deflessione del tono dell’umore dovuto a riferite violenze subite e anche dei segni fisici che lascerebbero pensare proprio a violenze. Nelle prossime ore approfondiremo questo aspetto con l’aiuto dei nostri mediatori culturali e nel pieno rispetto della volontà dei naufraghi. Il nostro ruolo di sanitari non è solo quello di prenderci cura della patologia preminente – conclude il responsabile sanitario di Life Support -, ma anche quello di rilevare e comunicare la presenza di traumi pregressi specialmente quando sono riferibili a potenziali violenze subite».

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