«Inondate di commenti questo post nella speranza che qualcuno ci dia una risposta. Tra poco, qualche pezzo si staccherà e l’avremo perduto per sempre. La nostra fontana, che sia di epoca greco romana o rinascimentale poco importa, cade a pezzi. Inglobatela con una rete, fate qualcosa, ma salvatela, vi scongiuro», è l’appello sui social dell’artista gallipolino Luigi Mba Pi’ Tricarico, con annesse foto per evidenziarne il degrado. Prima di lui, anche il commediografo e poeta Giuseppe Piro aveva lanciato l’allarme, sin qui, però, inascoltato.
Situata tra il mai ben accettato “grattacielo” e il salotto buono di Gallipoli (ossia piazza Canneto) rappresenta, con il Castello, il Ponte seicentesco, il teatro Garibaldi, le mura con la spiaggia della Purità, e la chiesa del Malladrone, uno dei luoghi-simbolo della “Città bella”. Risalente al periodo rinascimentale, anche se nell’immaginario collettivo la si vorrebbe realizzata da popolazioni elleniche intorno al III secolo a.C., era collocata originariamente nell’area delle “Fontanelle”. Solo nel XVI secolo è stata spostata dove si trova tuttora e da dove, sino alla prima metà del ‘900 si approvvigionavano d’acqua i gallipolini.
«Sia ben chiaro, io non sto accusando nessuno, chiedo solo che si faccia qualcosa prima che il danno diventi irreparabile, e che dell’antico monumento rimanga solo il ricordo», precisa Tricarico indicando le preoccupanti lesioni. Il saggista gallipolino Gino Schirosi, poeta e autore di libri, tra cui uno proprio sulla “Fontana Greca”, una soluzione ce l’avrebbe. «È da tempo che propongo di coprirla con il plexiglas – dice Schirosi – io vedo tanti monumenti in Italia, che sono protetti con quel materiale , e non c’è mare che tenga, né vento, ivi compreso lo scirocco che imperversa dalle nostre parti, che li possa minimamente scalfire», conclude. E a stretto giro di posta, sempre sui social, arriva pure la risposta dell’assessore all’Urbanistica Riccardo Cuppone: «l’attenzione sulla Fontana greca è massima e già un paio di mesi fa sono stati avviati i discorsi per il restauro di concerto con la Sovrintendenza. La delicatezza dell’opera ci impone una particolare attenzione al progetto e siamo in attesa che ci venga consegnato un computo metrico per capire gli importi da impegnare»