La festa della Bruna “inonda” Matera, in piazza 15mila tra turisti e fedeli

Alle prime luci del mattino di ieri è iniziato il rito, che va avanti da più di 600 anni, fedeli con gli occhi lucidi e turisti con indosso le tre magliette stampate apposta per la festa della Protettrice, Maria Santissima della Bruna che protegge la città, che offre benessere e miracoli. Matera è in festa e ieri era il giorno più lungo per la città.

Pecore e asini in corteo

Nella prima processione, quella all’alba (iniziata alla 4 del mattino) il quadro della Madonna è stato accompagnato dal consueto corteo dei pastori, con pecore e asini. Le campane a festa, la lunga processione ha attraversato la città, invasa da un ancestrale rito che mette insieme tradizioni popolari e riti religiosi. Erano oltre 15mila i partecipanti, una folla, guidata da 77 cavalieri in costume e 8 amazzoni, con a capo il generale Angelo Raffaele Tataranni, trionfante, in sella a Valentino, un cavallo frisone di dieci anni.

La processione della sera

Tutti insieme, nel tardo pomeriggio e fino a sera, tra canti e fuochi pirotecnici hanno accompagnato la Madonna, adornata di fiori, adagiata sul carro di cartapesta che, nella processione serale, dal rione Piccianello è giunta fino a piazza Duomo. Tre giri nell’agorà della città ha fatto il carro (realizzato, quest’anno, da Francesca Cascione e ispirato al tema evangelico dei discepoli di Emmaus). Il corteo è arrivato poi fino a piazza Vittorio Veneto per lo “strazzo” la distruzione, benaugurante e con i fuochi pirotecnici di Murgia Timone che hanno chiuso la festa. Col lo ‘strazzo’ viene rievocato ogni anno il susseguirsi del ciclo delle stagioni e la rinascita della vita dopo la morte. Non a caso, ieri, il presidente della Regione, Vito Bardi ha dichiarato durante4 la messa: «La festa riaccende la luce della speranza sulla città di Matera e su tutta la Basilicata, richiamando tanta gente da fuori regione. I tanti rituali che, da centinaia di anni, vengono realizzati nella lunga giornata del 2 luglio e nei giorni precedenti – ha concluso Bardi – restituiscono a tutti noi un grande senso di appartenenza a questa terra e, con lo ‘strazzo’ del carro trionfale, anche di rinascita individuale e comunitaria».

La leggenda ‘dell’assalto’

Altra leggenda è quella che racconta di una sorta di rito che i materani, ai tempi dei Saraceni, facevano per ricordare al loro signore e padrone le promesse fatte.

Il volontariato

Intanto ieri sono stati distribuiti i pasti a tutti i commercianti ambulanti che arrivano per la festa. A prepararli, come da tradizione, da 45 anni, i volontari della Parrocchia San Rocco Matera e le Case Accoglienza Don Tonino Bello e della Bruna.

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