Sovraffollamento, mancanza di spazi adeguati e nessuna possibilità di usufruire di sistemi di refrigerazione. L’estate si trasforma così nel momento peggiore dell’anno per i detenuti della casa circondariale di Bari. Una struttura storicamente “inadatta” ad ospitare le 453 persone attualmente residenti al suo interno (su una capienza massima di 283 posti). Numeri confermati dal Ministero della Giustizia e dall’associazione Antigone che portano la percentuale di sovraffollamento a superare il 153%. Anche se a Bari vengono garantiti i 3 metri quadrati di suolo calpestabile per detenuto previsti dalla legge, ci sono celle in cui si trovano a convivere anche sei persone alla volta. «Il carcere di Bari sconta tutto l’anno la sua totale inadeguatezza strutturale – spiega Pietro Rossi, garante regionale dei detenuti – è fatiscente e vecchio, non si capisce come mai tutti i piani triennali dei lavori non riescono a convogliare risorse sufficienti per gli interventi migliorativi».
Alcuni lavori sono stati effettuati, in particolare nella sezione 3 e 4 dell’Alta Sicurezza dove nelle camere di pernottamento sono state allocate delle docce. Ma le altre sezioni, quelle di media sicurezza, si trovano a fare i conti con problemi strutturali importanti che richiederebbero una urgente e costosa manutenzione. «Una delle conseguenze dell’inadeguatezza degli spazi è che non abbiamo mai potuto prendere in considerazione la possibilità di fornire ai detenuti dei sistemi di refrigerazione – racconta ancora Rossi – Il caldo, inoltre, è un’afflizione che ci mette nelle condizioni di verificare sempre che ci sia acqua corrente. Per il momento a Bari non ci siamo ancora trovati ad affrontare un’emergenza simile, come in altre strutture pugliesi».
Non va meglio per gli spazi all’aperto. Nel carcere di Bari non esistono aree verdi, il cortile esterno è lastricato di cemento e non esistono zone d’ombra, o un’area dove svolgere i colloqui con i familiari all’aperto. «Al di là del caldo all’interno – spiega Noemi Cionfoli, penalista e componente dell’osservatorio regionale di Antigone sulle condizioni di detenzione – manca uno spazio esterno che sia ombreggiato. Sembra scontato, ma con le temperature molto alte diventa impensabile passare del tempo fuori dalla propria cella». La mancanza di spazi adeguati impedisce anche lo svolgimento di attività, opportunità trattamentali, risposte alla domanda di salute o a quella di inclusione sociale dei detenuti. «Anche un semplice torneo di calcetto è impensabile e la gente è costretta a passare il tempo nei corridoi o a restare in cella».