La Corte dei conti ha bocciato la delibera con cui il Comitato interministeriale per la programmazione economica e lo sviluppo sostenibile (Cipess) aveva approvato, ad agosto, il progetto definitivo del ponte sullo Stretto di Messina.
Nonostante il parere negativo espresso dai magistrati contabili, il Governo è determinato ad andare avanti con l’opera, forte di una procedura che tecnicamente gli consente di superare l’ostacolo.
Il mancato via libera ha scatenato un immediato scontro istituzionale, con la premier Giorgia Meloni che ha parlato di «ennesimo atto di invasione della giurisdizione sulle scelte del Governo e del Parlamento». La presidente del Consiglio ha sottolineato che i ministeri e la presidenza hanno fornito «puntuale risposta a tutti i rilievi formulati», evidenziando come una delle censure abbia riguardato l’invio di atti voluminosi tramite link, «come se i giudici contabili ignorassero l’esistenza dei computer».
I rilievi della Corte e la reazione dell’Esecutivo
I magistrati della Sezione centrale di controllo hanno sollevato diverse eccezioni sul progetto, che ammonta a 13,5 miliardi di euro. Tra i punti finiti sotto la lente vi sono le coperture economiche, l’affidabilità delle stime di traffico, la conformità del progetto definitivo alle normative ambientali, antisismiche e alle regole europee che vietano il superamento del 50% del costo iniziale dell’opera.
Tra le contestazioni emerse, per voce del consigliere Carmela Mirabella, vi sarebbe stata anche quella sulla competenza stessa del Cipess, considerato un organo “politico”.
La reazione del Governo è stata ferma, con i due vicepremier a fare quadrato attorno al progetto. Il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Matteo Salvini, ha tuonato che si tratta di «una scelta politica e un grave danno per il Paese», assicurando che il Governo «andrà avanti». Anche il Ministro degli Affari Esteri, Antonio Tajani, si è detto «esterrefatto»: «Non è ammissibile che in un Paese democratico la magistratura contabile decida quali siano le opere strategiche da realizzare».
L’amministratore delegato della Stretto di Messina, Pietro Ciucci, ha espresso sorpresa, affermando che «tutto l’iter seguito è stato sempre svolto nel pieno rispetto delle norme generali e speciali italiane ed europee relative alla realizzazione del Ponte».
La procedura per superare il blocco e le critiche delle opposizioni
Nonostante il no della Corte, l’Esecutivo può comunque procedere. La stessa Corte dei conti ha infatti spiegato che, quando il controllo riguarda un atto governativo, l’amministrazione può chiedere una specifica deliberazione al Consiglio dei ministri. Se quest’ultimo ritiene che l’atto risponda a interessi pubblici superiori, può deciderne l’attuazione. In questo caso, la Corte è chiamata ad apporre un «visto con riserva» alla delibera.
L’atto acquista piena efficacia, ma l’elenco degli atti registrati con riserva viene periodicamente trasmesso al Parlamento, potendo così dare luogo a una responsabilità politica del Governo.
L’opposizione ha condannato duramente gli attacchi alla magistratura contabile. La leader del Partito democratico, Elly Schlein, ha ritenuto «gravi» le affermazioni della premier, chiarendo che il vero obiettivo della riforma costituzionale non è migliorare la giustizia, ma serve a questo Governo «per avere le mani libere e mettersi al di sopra delle leggi e della Costituzione».
Il leader di Alleanza Verdi e Sinistra, Angelo Bonelli, ha parlato di «grande vittoria dello stato di diritto» e ha attaccato Salvini per non volersi assumere le proprie responsabilità.